
Gazzetta - Scudetto sostenibile: il Napoli vince e spende poco, ecco come
Questa l'analisi che fa La Gazzetta dello Sport su quelli che sono i conti del Napoli:
Il Napoli ha vinto lo scudetto con il quinto monte-stipendi della Serie A: ha concluso il campionato davanti a Inter, Juventus, Milan e Roma pur spendendo di meno per i salari dei tesserati. È la certificazione di un modello unico, soprattutto nel calcio italiano: arrivare primi sul campo, senza debiti e con i bilanci in ordine. E siccome l'impresa è riuscita due volte negli ultimi tre anni, sempre con lo stesso spirito autarchico, seppur mitigato dalle esigenze contiane, va dato merito alla perseveranza di Aurelio De Laurentiis.
Confronto Il capolavoro contabile è stato compiuto nella costruzione della rosa. In estate sono stati definiti acquisti per 150 milioni. Soltanto la Juventus ha investito altrettanto in "cartellini". Ciò ha avuto un impatto sugli ammortamenti, ma non sul costo del personale, perché i risparmi dei giocatori usciti hanno sostanzialmente compensato le maggiori spese dei nuovi. Basti pensare che, dopo la cessione in prestito di Osimhen al Galatasaray, gli ingaggi top 2024-25 sono stati quelli di Lukaku (6 milioni netti), Lobotka (3,5), Politano e Di Lorenzo (3,2), Neres e McTominay (3). Più bassi della concorrenza. Juventus: Vlahovic 10,5 milioni netti, Bremer 5, Douglas Luiz 5, Koopmeiners 4,5, Nico Gonzalez e Milik 3,5. Inter: Lautaro 9 milioni netti, Barella e Calhanoglu 6,5, Thuram 6, Bastoni 5,5, Pavard 5. Milan: Leao 5,5 milioni netti, Hernandez 4,5, Origi, Loftus-Cheek, Pulisic e Chukwueze 4. Le stime sul totale degli stipendi dei tesserati, escludendo le seconde squadre per ragioni di uniformità, restituiscono questa fotografia per il 2024-25:
Inter e Juventus 200 milioni lordi, Milan 165, Roma 160, Napoli e Atalanta 105. Rispetto alla scorsa stagione, bianconeri e giallorossi hanno tagliato parecchio, nerazzurri (a causa dei rinnovi contrattuali), rossoneri e bergamaschi hanno incrementato i budget, i neo campioni d'Italia sono rimasti stabili.
Come dicevamo, la campagna acquisti dell'estate ha fatto crescere gli ammortamenti del Napoli. In questa stagione la spesa sportiva, frutto della somma di stipendi tesserati e ammortamenti, si posiziona attorno a 210 milioni, ma è comunque più bassa di Juventus (320), Inter (270), Milan (250) ed è sullo stesso livello della Roma (210), davanti all'Atalanta (170). Ma questo confronto più allargato non sarebbe del tutto coerente, visto che il Napoli contabilizza gli ammortamenti con il meccanismo decrescente, quindi con un impatto maggiore nei primi anni dei relativi acquisti, a differenza degli altri club che adottano le rate costanti.
Dopo essersi lasciato alle spalle l'emergenza Covid, che tra il 2019-20 e il 2021-22 ha bruciato 130 milioni a conto economico, la società di De Laurentiis ha ripreso a sfornare utili. Nella stagione 2022-23, quella del primo scudetto della gestione ADL, il conto economico ha riportato 80 milioni di profitti, grazie al taglio degli stipendi e ai quarti in Champions. L'anno scorso sono arrivati altri 63 milioni di attivo, potendo contare, tra l'altro, su 73 milioni di proventi del player trading e sull'ulteriore crescita dell'area commerciale. Al 30 giugno 2024 il Napoli vantava un patrimonio netto di 212 milioni e liquidità in cassa per 211. Un tesoretto che ha permesso, in questa stagione, di assorbire i danni della mancata partecipazione alle coppe europee e l'incremento dei costi per l'avvio del ciclo tecnico con Antonio Conte. Gli amministratori prevedevano una perdita per il bilancio 2024-25 ma a gennaio si è materializzata la cessione di Kvaratskhelia al Psq per 70 milioni. Ora, con lo scudetto, sono aumentati gli introiti da diritti tv. De Laurentiis ha sistemato i conti anche quest'anno, può godersi il secondo campionato vinto e si lecca i baffi pregustando una nuova vendita record. In vetrina è esposto il gioiello Osimhen. Clausola da 75 milioni per l'estero.