Genova, dott. Bassetti: "Ora basta tamponi, servono più medici di famiglia!"

30.09.2020
12:20
Redazione

Il primario di malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova dice la sua sul caso di contagi in Serie A:

Ultime notizie Napoli. Se ci fosse un sistema di rilevamento del livello di contagio da Covid, sicuramente questo non sarebbe il tampone salivare. Lo sostiene Matteo Bassetti, primario di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova ai microfoni di Repubblica. Che aggiunge: «Quello che è successo al Genoa è il paradigma; i tamponi non sono le giuste risposte al Covid ed è evidente che questo strumento ti dà una risposta istantanea, che però all’indomani potrebbe essere già diversa. Il tampone va declinato con una serie di altre misure, tanto è vero che il calcio è il panorama, lo spaccato evidente che questo sistema di ricerca non può funzionare».

Quali sono le altre misure? «Tornare a fare i medici, a interrogare i pazienti, fare analisi per i sintomatici, mentre per gli asintomatici la risposta non può essere che la quarantena. Ovvero, se uno arriva dall’estero e fa il tampone negativo, potrebbe essere già contagiato, con il virus in incubazione. Così come è accaduto per i giocatori del Genoa. Quindi va isolato».

Quindi quarantena generalizzata? «Ripeto, il Genoa è un esempio. Dopo il Perin positivo, la squadra doveva stare in isolamento, allora sì che il tampone ha senso farlo. Se per il calcio non vogliamo adottare la quarantena di 14 giorni, la facciamo con un protocollo di sette giorni e il tampone lo facciamo però allo scadere del settimo giorno».

Qualcosa non ha funzionato nel Genoa? «Non per colpa del medico del club che ha rispettato il protocollo, ma il tampone non è la risposta unica».

Quali altre risposte ci sono? «In alcuni casi si può usare la sierologia, il pungidito potrebbe aiutare. Ma ripeto, quello che finora è mancato, è l’apporto dei medici».

Sono mancati i medici? «I medici di famiglia e tutti gli altri. Quanti soldi abbiamo investito per i tamponi? Quante assunzioni di nuovi medici sono state fatte? Per i medici non abbiamo investito la stessa cifra che per i tamponi».

Nuovi medici... per impiegarli dove? «Nella gestione delle emergenze: più medici di base, più medici nelle scuole, più medici negli ospedali. Qui, invece, si è pensato a portare la vittoria a casa con la strategia dei tamponi ed è finita come a Waterloo. Sui tamponi vi è solo speculazione».

Da parte di chi? «Chi ne fa meno, si attribuisce il merito di aprire tutto, che non è per la chiusura. Chi ne fa di più, vuol dire che vuole chiudere tutto. Questi concetti sono profondamente sbagliati. Non serve fare 10mila tamponi al giorno. Servono quando sono indicati dai medici, ed i medici dovrebbero essere molti di più». 

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