Il rapper Iabo: "Lavoro per un inno del Napoli che spaccherà". Spunta già il primo freestyle

23.04.2014
12:10
Bruno Galvan

«Con De Laurentiis facimm' 'o bis. Nui simm' napoletani e nisciuno te vo' fa' fesso, stamm' cca e faccimm' 'a festa». Sono alcuni passi del «freestyle» dedicate al Napoli e ad Aurelio De Laurentiis da Iabo, che le ha «rappate» a Lacco Ameno, prima a tavola e poi sul molo del Regina Isabella, dove si trovavano il presidente e il giovane artista napoletano. Una vera e propria anticipazione di quello che, secondo le volontà di entrambi, potrebbe diventare un vero inno del Napoli, rigorosamente in versione rap, visto che De Laurentiis ha dimostrato di apprezzare il genere.Iabo, 33 anni, figlio del cantante melodico anni '60 Mimmo Rocco, non fa soltanto il rapper, ma è artista a tutto tondo, firma d'arte contemporanea (pittore), performer e videomaker. Oltre a essere responsabile della sezione rap dell'Ischia Global Film & Music Fest 2014, presentato sull'isola verde.
Ma come è nata l'idea dell'inno del Napoli in versione rap?
«Eravamo, appunto, alla presentazione dei rapper ospiti al festival internazionale di luglio e il presidente ha ipotizzato pubblicamente un nuovo inno per la squadra, considerate le ultime tendenze che vogliono il rap solare e non più cupo, ma comunque, ha detto lui, ancora abbastanza cattivo per trasmettere al pubblico alcune tematiche».
E il «freestyle» dove e quando è nato?
«A tavola, al Regina Isabella, dopo un lunghissimo pranzo iniziato con una spaghettata alla vongole e finito fra i dolci. Abbiamo parlato di marketing e di musica e, a fine pasto, Pascal Vicedomini (fondatore e presidente del Global Fest) mi ha chiesto di provare ad accennare a un possibile ritornello tipo per il Napoli. Detto fatto, mi sono ritrovato a farne più di uno in riva al mare, anche se il ritornello non è così semplice da trovare».
In che senso?
«Ci sto già lavorando. Dovrebbe necessariamente essere un tormentone. Che, una volta trovato, si trasformi nel vero e proprio inno. Giocato sulla storia e sulla tradizione del Napoli, ma che viaggi sempre sul filo dell'ironia. Non sarò da solo, è coinvolto anche il mio produttore musicale, il beatmaker Sonanakine. Sarà una hit, che spaccherà».
E il concorso?
«Il nostro compito potrebbe essere quello di individuare tre o quattro rapper per poi far cantare l'inno ai vincitori».
Quindi non rapper famosi, come Rocco Hunt. Ma il presidente non aveva provato a cercarlo proprio a tavola?
«Sì, lo abbiamo chiamato, ma era a passare le feste con la famiglia. Abbiamo però parlato col produttore. Si vedrà».

Fonte : Corriere del Mezzogiorno
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