Il Roma - Il 4-4-2 del Napoli è un inganno!

24.09.2018
15:40
Redazione

Un trionfo inaspettato, una rivelazione inattesa. Il Napoli di Ancelotti finalmente si esprime, dilaga e vince alla nuova maniera, possesso-palla che non interessa

Un trionfo inaspettato, una rivelazione inattesa. Il Napoli di Ancelotti finalmente si esprime, dilaga e vince alla nuova maniera, possesso-palla che non interessa (48%), gioco verticale, giocatori senza ruolo fisso, ruoli mobili e interscambiabili, coraggio e sicurezza, cambi appropriati, non tanto per cambiare e inserire energie fresche, ma cambi per mutare la scena, incidere e ripartire per riprendersi il campo. Il 3-1 di Torino non stava scritto su nessuna stella favorevole. C’era da uscire vivi dal trappolone di Mazzarri (3-5-2). C’era da combattere, uno contro uno, contro il doppio centravanti granata, Belotti e Zaza. C’era da spegnere la fantasia e la velocità del nigeriano Aina e dell’ivoriano Meitè. C’era da bloccare sulle corsie esterne l’irrequieto Berenguer, mancato acquisto azzurro di qualche tempo fa. C’era da fronteggiare il venezuelano Rincon, perno del centrocampo granata. Con Hamsik? Mah! Come ci sarebbe riuscito il Napoli delle partenze morbide, delle incertezze non ancora fugate, dell’ennesima formazione, la sesta, ritoccata e rinnovata? C’è riuscito con una convinzione nuova e con una partenza a razzo che ha scippato la scena al Torino. I granata, sorpresi, guardavano. Gli azzurri correvano. Una partita-boom. Un Napoli voltato e rivoltato che non accusa la mazurka dei cambi da una gara all’altra. Una squadra che sembra avere giocato sempre con questi undici di partenza. Non c’è Mario Rui, ma c’è Luperto; Hamsik e non Diawara o Fabian Ruiz, deve reggere la squadra da regista; e non c’è Allan e c’è Rog; e non c’è neanche Zielinski, ma c’è Verdi a sinistra. E dove sono Insigne e Mertens? Non ballano su una sola mattonella, ma sono dovunque, pressando e attaccando, ripiegando e puntando al porta. E Callejon fa il suo. Sembra sacrificato nel 4-4-2 che lo tiene lontano dalla porta, ma è bene in partita, ci sta talmente bene che prende botte in continuazione. Il 4-4-2 è un inganno. Perché il Napoli di Torino muta e cambia, si contrae e si distende, stringe e allarga. Ma quando l’ha imparato? Il 4-4-2 è anche un 4-3-3, un 4-2-3-1, un 4-4-1-1. Il Torino guarda e ammira. Credeva di fare la partita, ne è subito fuori perché il Napoli è più veloce sul pallone, arriva primo, pressa alto, conquista palla e affligge la difesa granata. Il vantaggio è immediato perché i difensori torinesi non hanno punti di riferimento. Non glieli dà Ancelotti. Verdi parte a sinistra e va al centro, Insigne fa il movimento contrario, Mertens è mobilissimo e distrae la difesa di Mazzarri, e, dietro, Hamsik pennella palloni, e sul lato sinistro il ragazzo Luperto non aspetta ma avanza e dipinge il cross dal quale nasce il vantaggio di Insigne che batte lesto a rete sulla respinta corta di Moretti. Sono passati quattro minuti e il Napoli è in carrozza. Chi l’avrebbe immaginato? Per mezz’ora e forse più il Napoli è tambureggiante con una sicurezza inusitata, con una voglia, una determinazione e una rapidità di gioco che non danno scampo al Torino. Il raddoppio di Verdi (20’) arriva dopo uno scambio volante con Mertens. Il Torino non sa come fronteggiare la scena mutevole degli attaccanti azzurri. Verdi, esterno sinistro, compare inaspettatamente al centro per chiudere in gol lo scambio con Mertens. Il belga gira su tutto il fronte e i difensori torinesi se lo trovano improvvisamente davanti quando spinge e arriva in profondità, al centro e a sinistra. Da sinistra dà la palla a Verdi. Il Torino si ridesta nel primo quarto d’ora della ripresa accorciando le distanza con un rigore di Belotti (50’), ma è tutto per Mazzarri. Il Napoli, che sembra accusare non il colpo del gol granata, ma il gran caldo della mattinata torinese e la grande spinta prodotta nel primo tempo, rinasce all’improvviso stroncando col terzo gol, il secondo di Insigne, qualsiasi tentativo di rimonta granata. Il Napoli difende con sei uomini e attacca con cinque. E’ valido e intenso nelle due fasi. Uno strappo di Zielinski (dal 54’ al posto di Verdi) avvia l’azione che costringe il Torino ad arretrare, Callejon prende il palo, Insigne è pronto a ribattere in rete, lieve controllo di sinistro e botta di destro. Da centravanti come nel primo gol. Il Torino non può che arrendersi. Non ha mai veramente tirato in porta. Nelle poche occasioni favorevoli, Zaza e Belotti sono stati murati al tiro. Sono 13 le conclusioni del Napoli fuori bersaglio, 8 nello specchio della porta. Sirigu è stato il migliore del Toro e questo dice tutto sulla partita del Napoli. Sirigu ha salvato almeno tre gol. La parata più notevole sul colpo ravvicinato di testa di Koulibaly (15’). Il match finisce con un Torino stranito e il Napoli che è il primo, vero Napoli di Ancelotti.

Fonte : di Mimmo Carratelli per Il Roma
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