Il Roma su Diawara: "E' un veterano camuffato in prospetto, un predestinato! Di Amadou impressionano due doti"

21.10.2016
12:10
Redazione

Vent’anni ancora da compiere ed un futuro da scrivere basandosi sul presente: pochi, alla medesima età, hanno vantato la stessa personalità di Amadou Diawara. Mercoledì ha bagnato in un sol colpo debutto con la maglia del Napoli ed esordio in Champions League. Ha giocato poco più di venti minuti. S’è posizionato lì dove ama stare: in mediana, a ridosso dei difensori, tra i due interni, a smistare palloni e ad aprire il gioco, ad interrompere sortite avversarie e a farsi sentire fisicamente impedendo eventuali ripartenze. Non ha avvertito alcuna pressione nonostante l’atmosfera del San Paolo e le esigenze del momento: il Napoli aveva appena pareggiato (2-2) e s’era allungato clamorosamente – corto non lo è mai stato quest’anno – nel tentativo di completare la rimonta.

OTTIMO IMPATTO. È in questo contesto che il ventenne guineano s’è inserito alla perfezione: chiama palla tra le linee senza nascondersi, tenta la giocata, si permette il lusso di qualche dribbling in zona “calda” e, quando rischia di perderla, s’impone col corpo eludendo ogni tentativo di disturbo. Il Napoli lo ha pagato circa 15 milioni di euro dopo un lungo tira e molla col Bologna, la società che un anno fa lo pescò dalla Lega Pro con l’intenzione di farlo crescere in Primavera. Poi Diawara ha bruciato le tappe: esordio in serie A (con Delio Rossi in panchina) e conquista immediata del posto da titolare. In totale 34 presenze ed ogni domenica l’impressione di conoscere il calcio italiano da una vita, di averlo affrontato più e più volte, di aver vissuto numerosi campionati per essere così adeguato, nonostante la tenera età, per agire in un ruolo troppo delicato per interpretarlo con freddezza quasi glaciale, senza mai un tentennamento.

CHE CARATTERE. Di Diawara ha sempre impressionato la personalità ed il carisma col quale tentava ogni giocata anche nelle situazioni più difficili. Al rilancio al buio preferisce sempre la soluzione più ostica ma entusiasmante: un dribbling, una finta, una verticalizzazione rischiosa. Testa alta e leve lunghe per correre al passo coi tempi e col pallone, per spostare l’andamento di una partita ed indirizzare la sua, di partita, ben oltre la sufficienza. Ora che l’esordio è cosa fatta, non resta che attendere ulteriori segnali: Diawara ha le caratteristiche giuste per imporsi in mediana e, parallelamente, favorire la coesistenza del doppio interno tecnico (Hamsik più Zielinski o Rog). Potrà garantire più equilibrio di Jorginho avendo maggiori doti fisiche e, come spiegato anche da Sarri, un passo diverso per accorciare i reparti quando – inevitabilmente – s’allungheranno. Ma non si parli di sorpresa: per passato, storia e racconti Diawara è un veterano camuffato in prospetto, un predestinato che in estate ha fatto di tutto – e anche di più – pur di proseguire la sua crescita in un club che sapesse offrirgli maggior prestigio e nuovi stimoli.

Fonte : Il Roma
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