Juve-'Ndrangheta, la procura federale dimostra il coinvolgimento di Agnelli: "Ale sei un ciuccio, ti sei fatto beccare"

31.03.2017
09:20
Redazione

La questione Juventus-'Ndrangheta non sembra volgere al termine. Troppi ingarbugliata e troppo poco chiara. Ma c’è una domanda da porsi all’origine di tutto: Agnelli e la Juve sapevano di scendere a compromessi con la malavita organizzata?

La procura federale, intanto, si è avvalsa di alcuni episodi per dimostrare il coinvolgimento di Agnelli. Secondo quanto riporta l'edizione odierna di Repubblica: "D’Angelo che informa il presidente di aver introdotto, per eludere i controlli delle forze dell’ordine allo stadio, uno zaino con petardi e uno striscione - che Pecoraro ipotizza sia quello contro le vittime di Superga comparso in curva qualche ora dopo - e di essere stato ripreso mentre lo faceva: «Ale sei un ciuccio, ti sei fatto beccare» lo apostrofa il presidente".

Non solo. Ci sono gli incontri certificati e ammessi dallo stesso Andrea Agnelli con capi ultrà come Dino Mocciola — ex detenuto, scarcerato nel 2005 dopo 20 anni per l’omicidio di un carabiniere, ma scelto dal club come interlocutore per la cessione dei biglietti — e Loris Grancini, del quale Agnelli intercettato dimostra di conoscere la storia («Questo ha ucciso gente» dice, prima di essere corretto da D’Angelo, «Ha mandato a uccidere»). 

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