La Repubblica - Per il giudice sportivo se i “buu” sono brevi si può far finta di nulla: dov'è finita la tolleranza zero?

03.03.2017
12:10
Redazione
Per anni la parola d’ordine è stata “tolleranza zero”: sembra passata una vita. Come scrive La Repubblica nazionale: "Il razzismo ha messo in ginocchio il calcio italiano, e chi ne tiene i fili non fa nulla per difenderlo. Anzi. Ieri il giudice sportivo ha “graziato” la Lazio per i cori dei suoi tifosi a Rüdiger nel derby di coppa. Per il giudice Mastrandrea, nonostante fosse intervenuto lo speaker dell’Olimpico per farli cessare, era impossibile stabilirne «dimensione e percezione reale». Idem per i cori dello Stadium contro Koulibaly che lo stesso giudice definisce di «discriminazione razziale», durati però “solo” 5 secondi: troppo poco per essere sanzionati. Per il giudice della Lega di serie A se i “buu” sono brevi si può far finta di nulla.  Anno dopo anno, la tolleranza verso episodi simili aumenta. E le conseguenze sono inevitabili. Dopo stagioni in cui il fenomeno segnava una decisa riduzione, negli ultimi dodici mesi gli episodi di discriminazione razziale ai danni di calciatori sono più che raddoppiati (dati del Report “Calciatori sotto tiro” dell’Aic): da 10 casi a 24, un aumento di quasi una volta e mezzo in un solo campionato, il 21% dei 117 episodi di intimidazione subita da un calciatore a qualsiasi livello, dal dilettantismo alla serie A, riguardano oggi casi di razzismo".
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