La suggestione del CdM: "E se fosse Garcia il nuovo allenatore del Napoli? Alla finestra anche Di Matteo e Villas Boas"

05.06.2015
09:10
Redazione

Sinisa Mihajlovic premiato ad Amalfi come allenatore dell’anno. Nel giorno in cui il Milan ha congedato Pippo Inzaghi e si appresta ad ufficializzarlo, il tecnico serbo si prende tutti i meriti dell’importante stagione conclusa alla Sampdoria, pur con molta cautela: «C’è stato un incontro ma nulla di definitivo». E in terra campana che tanto aveva parlato di lui come erede di Rafa Benitez alla guida del Napoli, prende il gusto di prendere parte alla terza edizione di Football Leader, reduce da Arcore e dall’accordo con Berlusconi. Un modo esplicito per chiarire che non stava ad aspettare De Laurentiis, con il quale dice: «C’era stato un contatto, ma poi non ne sono seguiti altri». 
Nella residenza milanese del cavaliere aveva cenato mercoledì a base di pasta al pesto e parmigiana di melanzane. Si limita ad aggiungere: «Il risotto alla milanese a me non piace». E non piace neanche ad Aurelio De Laurentiis, che in questo mercato di panchine dice di avere le idee chiare e chi lo conosce sa che i colpi a sorpresa sono la sua arma migliore. E allora, assiste anche divertito al turbillon di nomi accostati al Napoli, meditando di sorprendere. Ecco sorprendere è il suo verbo. Un po’ più cinematografico, certo, che calcistico. Ma tante volte gli ambiti si toccano. Si toccano, ad esempio, per uno dei nomi che radiomercato indica come successore di Benitez. Ed è quello di Cesare Prandelli, ex ct della Nazionale, reduce dall’esperienza al Galatasaray – con il club turco c’è ancora una transazione in corso che nel 2011 esordì come attore nel cinepanettone. Natale a Cortina, Cesare Prandelli interpreta se stesso con la scena dell’allenatore che resta in panne con l’auto e chiede aiuto a Ricky Memphis e la sua fidanzata e finisce con invitarli a pranzo. 
Oggi l’ex ct non ha più velleità cinematografiche, sarebbe pronto a tornare ad allenare una squadra italiana: «Aspetto una panchina, ma non dipende da me», dice sulla terrazza dell’hotel Saraceno ad Amalfi. Napoli, una piazza ambita. Una sfida importante. E aspetta, evidentemente. Aspetta l’evolversi del calciomercato e probabilmente l’avvio concreto di una trattativa con il presidente De Laurentiis, con il quale c’era stata una telefonata un paio di settimane fa. Ma il buon Aurelio aspetta e medita di sorprendere, se può. Alla ridda di nomi, ieri si sono aggiunti anche quelli di Maurizio Sarri («Napoli, ipotesi fantasiosa, ma sarei pronto ad una grande piazza»), pure premiato a Football leader e del tecnico della Roma, Garcia. Quest’ultima è più una suggestione, per i rapporti attuali non idilliaci del tecnico francese con la Roma che una possibilità verosimile. 
E allora, il plauso in questa fase va fatto al presidente De Laurentiis nella veste ufficiale di direttore sportivo e direttore generale che riesce a lavorare sottotraccia e blindare evidentemente ogni pista. Roberto Di Matteo è una sua idea e potrebbe anche rivelarsi vincente, Andrè Villas Boas un antico pallino che pure potrebbe coltivare. Il prossimo allenatore del Napoli è ancora tutto da scoprire e gli indizi al momento sono davvero pochissimi. Il patron azzurro il suo identikit ce l’ha: giovane ma esperto, con appeal internazionale e conoscenza del calcio italiano. Motivatore, uomo che gestisce lo spogliatoio con carattere e temperamento. Che valorizzi il patrimonio giocatori del club. Tra questi, il capitano Marek Hamsik. Lo slovacco che nonostante le tante panchine e una stagione non troppo fortunata è riuscito a raggiungere tredici gol e il record degli assist, dieci. «Non è stata una stagione fortunata a livello di squadra, speriamo di rifarci. Con Benitez ho avuto un rapporto professionale e null’altro, quando è andato via ci siamo stretti la mano. Le panchine? Certo, a nessuno fa piacere non giocare ma ho reagito da professionista». 
Il nome del nuovo allenatore pure suscita la sua curiosità, ma per ora aspetta di godersi le vacanze. Il ricordo dell’ultima partita con la Lazio è ancora vivo: «Ci è dispiaciuto molto, il gol di Onazi peraltro nasceva da un fallo su di me a centrocampo. Ho protestato, ma non è servito a nulla. Ora però bisogna guardare avanti. So che il presidente tratta con Unai Emery, lo leggo dai giornali».

Fonte : Corriere del Mezzogiorno
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