La virologa Gismondo: "Stadi aperti totalmente forse tra un anno, ma già ora si potrebbe andare con un quinto della capienza"

01.06.2020
01:30
Redazione

Parla la virologa Gismondo

Ultime calcio -  Maria Rita Gismondo, virologa dell’università degli studi di Milano e direttore di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport.

Vale la pena ripetere con quali regole di sicurezza riaprire gli spalti ai tifosi. 

«Mascherine obbligatorie ovunque, niente vendita di cibi e bevande nello stadio, termo-scanner come negli aeroporti internazionali, rigido distanziamento sociale tra gli spettatori, ossia almeno un metro e mezzo ai lati e avanti e indietro attorno a chi è seduto o in piedi, multa a chi toglie la mascherina. Così gli stadi possono esseri aperti subito, con la ripresa del campionato. Se è stato concesso il permesso agli spettacoli all’aperto, perché tanti timori per gli stadi?» 

Altrimenti quando si potrà ripartire con gli stadi aperti? 

«Forse tra un anno, visto che in autunno la pandemia sarà ancora un pericolo e il vaccino non sarà ancora pronto. E’ ora di cominciare a convivere con questo coronavirus attuando regole di responsabilità civile che sono poi quelle dette prima»

Garantendo un distanziamento sociale efficace allora in uno stadio con capienza di 40 mila posti ne dovrebbero entrare solo 8 mila, circa un quinto? 

«All’incirca, comunque mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. I calcoli spettano a chi gestisce queste strutture. Dare numeri limite come si è fatto per lo spettacolo è senza senso, i numeri vanno dati in base alle capienze. All’aperto poi il virus se presente è comunque più diluito nell’aria»

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