Marolda: "Da Ancelotti una rivoluzione copernicana, c'è di nuovo la squadra al centro: che giochi Malcuit, Verdi oppure il signor Ospina"

21.10.2018
19:00
Redazione

Quando il calcio diventa iniziativa, intraprendenza, quando il traguardo da tagliare è quel famigeratissimo equilibrio rubasonno di tanti allenatori,

Quando il calcio diventa iniziativa, intraprendenza, quando il traguardo da tagliare è quel famigeratissimo equilibrio rubasonno di tanti allenatori, beh, allora, come insegnavano i maestri sudamericani d’una volta, la salvezza si nasconde dietro una semplice e scontata soluzione: allargare il campo quando si è padroni del pallone e rimpicciolirlo quando il pallone ce l’ha chi sta dall’altra parte. Inizia così l'editoriale firmato da Francesco Marolda sulle colonne dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, di cui vi propiniamo un breve stralcio:

"Che cosa c’entra tutto questo con il Napoli di Udine e di oggi? C’entra, c’entra. Perché è proprio questo che sta complessivamente capitando a questa squadra. E, seppure tra una sofferenza e l’altra, la cosa sorprendente, praticamente straordinaria, è che quest’armonia, manco fosse cosa naturale, sia stata composta in poco tempo. Un niente, rispetto a quello che di solito pretende il pallone quando fa la rivoluzione. Sì, il nuovo Napoli è copernicano. Non sempre bello ma copernicano perché ha rimesso la squadra al centro del sistema, che giochi Insigne o Verdi, Malcuit oppure Hysaj, Karnezis oppure il signor Ospina"

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