"Mi posso permettere di cambiare due elementi senza perdere l’impronta". Sarri elogia i giovani centrocampisti

23.05.2017
17:50
Redazione

È stata un’apertura al nuovo che avanza, uno sguardo rivolto al futuro che però è più vicino delle apparenze, un’ammissione di superiorità e di forza la cui massima espressione è vicina, dovrà pazientare ancora un altro po’, questione di mesi, non di più. C’è un mondo di giovani talenti sparsi nell’organico azzurro pronti ad esplodere. Molti di questi s’annidano nel centrocampo che è patria di beata gioventù e grosse opportunità da cogliere al volo.

PROSPETTIVE. Lo ha ribadito Sarri dopo la vittoria contro la Fiorentina: «Quest’anno la rosa è più ampia, posso permettermi il lusso di cambiare due elementi e il centrocampo non perde la sua impronta ». Ed è andata esattamente così quest’anno perché ad irrompere nel bel mezzo delle certezze è stato un trio di giovanotti di belle speranze accomunati da diversi fattori: le aspettative, le premesse, l’esperienza già accumulata in giro per il mondo e, soprattutto, il prezzo, quei quindici milioni (circa) di euro che oggi sembrano quasi cifra da “saldi” per la rese e gli ulteriori margini di crescita. Rog, Zielinski e Diawara hanno cambiato il volto del Napoli rendendo la squadra più imprevedibile, meno legata ai soliti noti, in grado di farsi rivoltare a seconda delle idee dell’allenatore, in base agli avversari, senza il rischio di ritrovarsi ad osservare cose differenti.

STATISTICHE. Il Napoli fa il Napoli a prescindere dagli interpreti ed il centrocampo è la terra di mezzo dove gran parte delle cose viene deciso. Dei tre è Marko Rog, classe ‘95, quello che ha avuto meno spazio. Ha debuttato a dicembre, s’è imposto tra febbraio e marzo, tra lo Stadium con la Juve e l’Olimpico con la Roma, ha totalizzato “appena” 30 presenze - molti spezzoni - e s’è già prenotato per un ruolo da protagonista il prossimo anno. Il '94 Zielinski, che aveva già lavorato con Sarri ad Empoli, è diventato co-titolare, alter ego di Allan, autore di 6 gol e 7 assist in 46 presenze e svariati numeri da potenziale campione. Infine il baby Diawara: a novembre l’esordio (27 presenze complessive molte delle quali da titolare), i consensi, gli elogi, la fiducia nei big match (il '97 ha giocato cinque volte tra Real Madrid e Juventus) e poi il calo coinciso con la crescita di Jorginho.

SEGRETO. La concorrenza può essere uno dei principali rimedi alla noia: è benzina che alimenta nuovi stimoli, il trucco per dare sempre il massimo dato che alle spalle c’è chi è pronto a sfruttare ogni incertezza. La crescita di tutti, anche di Hamsik e Jorginho, oltre che di Allan, è strettamente legata allo sviluppo del reparto nel suo insieme. Nessuno è certo del posto da titolare, ogni giorno è una nuova occasione e val la pena dare sempre tutto per risultare all’altezza di una squadra che diverte e, il prossimo anno, vorrebbe anche andare oltre il bel gioco. A proposito, ad un passo dal mercato la domanda è fin troppo banale: come può, un reparto simile, essere rinforzato ulteriormente?

Fonte : Il Roma
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