Nocerino: "Non è il Napoli che darebbe la 10 ad Ibra, ma sarebbe lui a prendersela. Se De Laurentiis consente...lo porto in braccio"

16.11.2019
17:00
Redazione

«Non è il Napoli che darebbe la 10 ad Ibra, è Ibra che si prenderebbe la dieci del Napoli». Antonio Nocerino ha giocato con Zlatan Ibrahimovic, ha vissuto una stagione al Milan, forse la migliore della sua carriera, con 48 presenze ed 11 gol, molti di questi ispirati proprio da Zlatan. Ecco uno stralcio della sua intervista a Il Mattino:

Un napoletano che vuol dare la maglia di Maradona ad un altro calciatore? «Lui è l’unico che può portarla. Ibra, quella maglia, ha le qualità per indossarla, ma non è solo questo il punto: Ibra ha la personalità per portarla, a chiunque altro verrebbe quello che a Napoli chiamiamo ‘o scartiello per un peso del genere sulle spalle. Il 10 a Napoli non un numero, è il numero per eccellenza: per come conosco Ibra, allora, potrebbe essere lui stesso a chiedere quella maglia, a voler dimostrare di esser degno di portare questo numero». 

Quindi consiglierebbe a De Laurentiis anche di spendere cifre importanti pur di averlo? «Lo prendo in braccio e lo porto a Napoli se il Presidenteme lo consente.Magari venisse: lui è un campione che porta benefici a tutti: dall’ambiente ai calciatori, tutti migliorano seguendo un uomo ed un atleta del suo spessore. Anche i ragazzi che sono ora in squadra potrebbero crescere con lui. Il Napoli non ha campioni del calibro di Ibra o di CR7: ha dei buonissimi calciatori,ma nessuno di questo livello. Con la mentalità di Ibra potrebbero diventare campioni: mentalmente è una bestia».

E come si diventa una bestia? «Pretendendo, prima di tutto da se stessi. Lui pretende di dare sempre il massimo, non il 100%, ma il 300%: non si accontenta mai, è incredibile. Chi è abituato a vincere, non è mai sazio di vincere. Chi si accontenta del poco, vincerà sempremeno. Ibra si allena sempre al top, ambisce ancora oggi a migliorarsi e soprattutto vuole vincere. Per questo lui è un campionissimo: a 38 anni lo vogliono tutti per questo motivo, già solo per il suo modo di allenarsi. Questo fa la differenza. Altrimenti a 38 anni non potrebbe giocare così»

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