QS - Da Sarri passando per Higuain e Mertens: le intuizioni milionarie targate De Laurentiis fanno volare il Napoli

16.10.2017
14:30
Redazione

Troppo facile spiegare la maturazione del Napoli attraverso la perfezione delle sue geometrie tattiche e, dunque, analizzarne il primato attraverso l’ora di gioco messa giù all’Olimpico. Piuttosto, sarà il caso di soffermarsi su quello che, rispetto allo scorso anno, è l’elemento che più salta all’occhio. E cioè la nuova capacità di sudare non solo per il bello, ma per la sofferenza, mordendo il cuoio finché serve. Segnare a raffica, giocare bene, dare spettacolo: erano le virtù del Napoli finito alle spalle di Juve e Roma lo scorso anno. Aggiungendo la necessaria concretezza e la capacità di interpretare i momenti della partita, il Napoli s’è rinnovato, pur atteso da ulteriori prove d’esame. Perché non va dimenticato il pizzico di buona sorte contro la Lazio (la difesa decimata di Inzaghi quando era in vantaggio), la Spal (il gol di Ghoulam in zona traguardo) e, infine, la Roma, dominata per tutto il primo tempo ma frenata da due legni, che sommati agli altri fanno 9 in 7 partite.

ALL’ALBA del match di Champions con il City, la squadra di Sarri si consegna all’Europa con la corona e lo scettro: nessuno nei grandi campionati è riuscito a vincerne otto su otto in avvio di stagione. E siccome gli esami non finiscono mai ora, prima dello scontro diretto con l’Inter, c’è la sfida con Guardiola che sta dominando la Premier: i 7 gol rifilati allo Stoke City e i 29 segnati in 8 gare, tre in più del Napoli che, però, ha vinto tutti gli scontri d’alta quota. E le due difese? Pep ne ha incassati appena 4, Sarri uno in più. Eppoi c’è da guardare oltre le magie di Mertens e Insigne. C’è il ritorno di Allan a livelli altissimi, lo strapotere di Koulibaly e, sì, anche quel Reina decisivo che lo scorso anno fece parate pazzesche a Roma e sabato sera ha salvato il risultato su Fazio. Ma, soprattutto, c’è la Grande Intuizione di Aurelio De Laurentiis, che ha avuto il coraggio di ingaggiare prima e imporre poi Maurizio Sarri, vendendo solo a prezzi assurdi. Quando cedette Cavani (64 milioni di euro), fu classificato da Forbes come il quinto affare più costoso della storia del pallone, Lavezzi dopo esser stato spremuto a dovere fruttò 27 milioni e la clausola di Higuain, il contestato Higuain di queste ore, a 94 milioni rappresenta l’operazione più costosa della nostra Serie A e una delle più onerosa a livello mondiale, almeno fino alle follie parigine per Neymar e Mbappé. Bravo, De Laurentiis a trasformare l’oro in diamanti, ma soprattutto a capire, la scorsa estate, che il Napoli poteva vincere così com’era e, dunque, non cedendo alla tentazione di vendere qualche pezzo richiestissimo, da Insigne, a Mertens, ad Hamsik, fino a Koulibaly. E, guarda caso, il Napoli ha schiantato proprio la Roma del ‘vendi & compra’ di James Pallotta, che fin qui ha ceduto fior di giocatori per ricomprare e non vincere nulla.

Fonte : QS
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