
Repubblica distrugge Sarri: "Ora si lamenta di avere troppi campioni e l'essere troppo ricco"
Siccome lamentarsi gli riesce bene, Maurizio Sarri ora si lamenta di essere troppo ricco. Può essere che Sarri abbia già in mente una Juve a sua immagine e somiglianza, a lui totalmente devota (difficile), con 11 prescelti da Szczesny a Ronaldo. Quindi il troppo disturba, destabilizza, manda in sovrappressione. È così pure per la sua società che paga un prezzo anche più pesante del semplice malumore di Sarri, ma l’allenatore non ha risparmiato pungolate ad Agnelli, Nedved e Paratici — ora impantanati sul mercato a cercare di piazzare Dybala, Higuain, Mandzukic & C. — perché sfoltiscano la rosa, vendano chi è fuori progetto, selezionino una Juve sciupona che si sposa e divorzia allegramente con giocatori che ha scelto e pagato un occhio della testa. Se così veramente fosse — se cioè Sarri avesse già chiara una Juve bloccata, ma ancora non nata del tutto — commetterebbe un errore di sopravvalutazione delle sue capacità: una Juve ideale non esiste ancora — si è visto nelle amichevoli — sarà già un buon risultato sbagliare il meno possibile e individuare la squadra entro ottobre. Ancora si deve capire cosa fare di Ronaldo, figuriamoci chi mettergli vicino e trovargli un gioco, mentre la lista dei 22 della Champions è meglio farla con più campioni possibile, altrimenti ci si potrebbe pentire amaramente di aver tagliato presto e male. Sarri è un artigiano che detesta il calciomercato, perché lo fa vivere nel provvisorio e distoglie i giocatori dal suo indottrinamento. Inoltre non vuole trovarsi un Insigne che lo manda a quel paese, o un portiere — come al Chelsea — che al momento dei rigori si rifiuta di uscire. Lamentarsi di avere troppi campioni però è una stramberia al limite dello snobismo, Sarri non ci deve ribadire sempre che è specialista dell’“arte povera” e che il suo calcio non prevede indispensabilmente grandi e costose star. Se miri al Triplete sarà meglio circondarsi dei più forti e averne tanti per non farsi fregare sul più bello dal raffreddore di tizio o caio. Con Allegri successe più o meno questo e sappiamo com’è finita. Sarri presto scoprirà che più che essere lui a cambiare la Juve, sarà la Juve a cambiare lui, a imporgli un nuovo modo di pensare e forse anche di giocare. Sia pure con qualche difficoltà ma comunque spendendo centinaia di milioni, gli stanno costruendo una squadra eccezionale, ricca e traboccante di qualità: non sarà lui a chiedere e ottenere risposte dagli altri, sarà lui a doverne dare in continuazione. Alla Juve manca ancora qualcosa, forse davvero un centravanti che non sia Higuain o Mandzukic, anche se è curioso che nella squadra del più grande attaccante al mondo si cerchi disperatamente un altro attaccante. Ma un superclub vive di assurdi. E un po’ assurdo lo è anche Sarri: grande allenatore e grande scocciatore. Lo riporta l'edizione odierna de La Repubblica.