Signorini (ex preparatore Maradona): "La cocaina per Diego era come il segreto di Pulcinella. Se a Napoli ci fosse stato Allodi, Diego non sarebbe finito così male"

25.05.2020
09:10
Redazione

Maradona, parla l'ex preparatore Fernando Signorini

Notizie Calcio Napoli - Fernando Signorini, ex preparatore personale di Diego Armando Maradona e della nazionale argentina, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino parlando proprio dell'ex Pibe de Oro e non solo. Eccone uno stralcio:

«La sua malattia, la cocaina, era diventata il segreto di Pulcinella: tutti sapevano, nessuno interveniva. Non solo con Bianchi, ne parlai con Ferlaino, Moggi e il dottor Russo. Mi faceva strano il fatto che nessuno si adoperasse concretamente. Andai di persona a informarmi in una clinica per tossicodipendenti vicino a Napoli, una cosa del genere sarebbe dovuta toccare ai dirigenti perché avevano l'obbligo di fare di più. Invece niente: avevano paura o forse speravano che il limone producesse ancora succo e quindi andava spremuto fino all'ultima goccia. Dico di più: se in quel periodo in società fosse stato presente ancora Italo Allodi, Diego non sarebbe finito così male».

Sulla ripresa dei campionati - Il nemico principale da affrontare?
«Due: gli infortuni innanzitutto. E poi il caldo che in Italia è già arrivato. Vincerà chi saprà dosare meglio le forze e distribuirle ogni tre giorni. Ricordiamoci cosa accade nell'88 al Napoli: perse lo scudetto perché arrivò ad aprile spremuto, eppure continuava ad allenarsi con gli stessi ritmi. In queste settimane bisognerà immettere benzina nelle gambe per giungere fino in fondo, e privilegiare freschezza e velocità».

Sarà una bella scommessa.
«Diciamo pure una rivoluzione. Nella storia del campionato non si è mai conclusa la stagione in pieno agosto, alla fine vincerà chi saprà capitalizzare meglio le condizioni estreme che si dovranno affrontare per scendere in campo».

Tra i primi a sperimentare la preparazione differenziata, Signorini batte sul suo cavallo da battaglia.

«Ogni atleta ha esigenze e tempi differenti da tutti gli altri, non può esserci un unico modo per allenare contemporaneamente 18-20 calciatori. Oggi molti club fanno così, mi risulta che anche il Napoli si fosse orientato con Sarri in questa direzione».

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