Ts - 3 milioni di motivi per vincere la Supercoppa: ecco perché si giocherà a Doha

19.12.2014
10:00
Redazione

E’ il Paese più ricco del mondo e non fa nulla per nasconderlo. Anzi, il problema del Qatar è proprio quello di farsi notare, attirando l’attenzione del mondo e incrementando il giro di affari. La strada più breve è lo sport, moltiplicatore globale di visibilità mediatica che non ha eguali. E’ un piano scientifico, quindi, quello dello sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, 34 anni, il più giovane monarca del mondo, che ha studiato a Londra e ha ereditato la guida del Paese nella scorsa Primavera. Le immense riserve di gas naturale (le terze del mondo) danno al Qatar una ricchezza quasi incalcolabile (la sola Investmente Authority, l’ente governativo che gestisce gli investimenti nazionali ha risorse per 380 miliardi di euro), ma la famiglia Al Thani vuole un salto di qualità: non basta più essere la nazionale con il reddito pro capite più alto del mondo (102 mila dollari all’anno), ora vogliono che il mondo si accorga di loro. E non si pensi solo a questione di orgoglio: l’obiettivo dello sceicco è diversificare l’economia, andare oltre il gas e il petrolio, imponendo il Qatar come riferimento mondiale. 
Perché a Doha? 
Insomma, se qualcuno si chiede come mai la finale di Supercoppa Italiana si gioca a Doha, la giovanissima capitale del Paese (non ha ancora duecento anni), la risposta è molto semplice: per tre milioni di buoni motivi. Tanto, infatti, frutterà alle casse di Juventus e Napoli la partita di lunedì sera fra ingaggio qatariota (2,5 milioni circa) e diritti tv (6/700mila euro). Più di un milione e mezzo a ognuno dei due club che, per altro, non sosterranno alcuna spesa di trasferta, completamente a carico degli organizzatori. E se qualcuno si chiede il perché di tanta munificenza, la risposta va cercata nella politica “espansionistica” nel mondo dello sport della famiglia Al Thani. 
Fiumi di denaro 
La Supercoppa italiana, infatti, è solo una delle decine di eventi di interesse mondiale che il Qatar ha catalizzato negli ultimi anni: una vera e propria razzia compiuta in modo sistematico e spietato, dispiegando tutta la potenza del denaro. «Non sempre in modo limpido», viene spesso sottolineato, con riferimento alle accuse di corruzione che continuano a incombere - per esempio - sull’assegnazione del Mondiale del 2022. 

Il calciofilo 
Insomma, la finale di Supercoppa, in mezzo a un programma di simile portata potrebbe addirittura sembrare un modesto contorno, ma non bisogna sottovalutare la fame di calcio di Jasim bin Hamad Al Thani, fratello maggiore dell’attuale monarca qatariota e molto influente nelle scelte politiche, soprattutto se hanno a che fare con lo sport. Calciofilo maniacale, qualche anno fa convocò un medico perché curasse il suo problema di insonnia. La soluzione fu più semplice del previsto, raccontano infatti che al dottore bastò suggerire di spegnere almeno un paio della decine di televisori sulla parate della sua camera, tutte collegate con partite di calcio in giro per il mondo. Lo sceicco ha guadagnato qualche ora di sonno, ma la passione per il pallone è rimasta inalterata. E il football europeo resta l’attrazione maggiore. Certo, l’Italia non è più il paradiso del calcio della fine degli Anni 90 e dei primi 2000, ma certi nomi restano fascinosi (la Juventus è popolare al punto da far prendere in considerazione l’apertura di uno store bianconero a Doha) e la sfida tutta argentina fra Tevez e Higuain, pur non essere Messi-Ronaldo, rappresenta comunque una discreta prelibatezza per il raffinato palato degli Al Thani, che per l’occasione sfoggeranno l’Al Sadd Stadium, piccolo impianto gioiello da 14.000 posti, ristrutturato nel 2010 e che - curiosità - ha gli spalti bianconeri dell’omonimo club che gioca. E, in fondo, come vincitrice dello scudetto, la Juventus dovrebbe giocare in casa... - si legge su Tuttosport.

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