Il giorno dopo...Frosinone-Napoli: le opportunità non sfruttate da Verdi, il sacrificio di Zielinski ed i 15mila chilometri di Callejon

29.04.2019
14:40
Redazione
Il giorno dopo Frosinone – Napoli. Tornano a vincere gli azzurri. La vittoria mancava dalla trasferta contro il Chievo che sancì la retrocessione dei veneti. Ieri si è di fatto condannati alla serie B i ciociari guidati da Baroni. Battute ultima e penultima della classifica. Inutile gonfiarsi il petto. Ma i tre punti di ieri blindano o quasi il secondo posto e assicurano a squadra e società la partecipazione alla prossima Champions League. Ancora musichetta e il brivido dei sorteggi, con la speranza di fare meglio degli anni scorsi nella massima competizione europea.

Il giorno dopo Frosinone – Napoli. Ennesima formazione diversa per Ancelotti. Ospina torna tra i pali. Malgrado l’avversario modesto, Ounas dopo le tante chance, si accomoda in panca. Stesso discorso per Verdi, anche lui ha avuto le sue buone opportunità. Evidentemente non le hanno sfruttate appieno o, molto più semplicemente, è questo il loro reale valore. Per entrambi una manciata di minuti nel finale a risultato acquisito. Minuti finali anche per Albiol. Lui si che è mancato tantissimo a questo Napoli. Si spiega anche con la sua assenza il calo di rendimento della squadra nella seconda parte della stagione. Formazione iniziale senza mediani di rottura. Allan fermo, Diawara anche e….e questi sono in organico. E con questi si voleva ben figurare in tre competizioni. Misteri di una campagna acquisti.

Il giorno dopo Frosinone – Napoli. La partita di sacrificio di Zielinski. Le serpentine di Younes, la classe cristallina di Ciro Mertens che infila l’incrocio su punizione. Per il belga goal numero 81 in campionato. Raggiunto re Diego alla maniera di Diego. Lo stesso Younes siglerà il raddoppio. Pali e traverse negheranno agli azzurri un risultato più rotondo. Peccato perché l’avrebbero meritato. Il Frosinone visto ieri, una sola vittoria in casa in questa stagione, non merita la massima serie. Come una parte della sua tifoseria resasi protagonista di insulsi episodi e vili aggressioni.

Il giorno dopo Frosinone – Napoli. E’ una stagione che volge al termine tra tanti veleni e dalla quale ci si aspettava di più. Specialmente in Coppa Italia e in Europa League. Ma è andata come è andata. Inutile prendersela con i calciatori. Alcuni più di tanto non possono fare. Anzi, in tanti, in questi anni, hanno reso al di sopra delle loro reali possibilità. Sono sicuramente i meno colpevoli di questa stagione che, malgrado la qualificazione Champions, lascia l’amaro in bocca. Da stigmatizzare l’episodio accaduto a Callejon. Spesso sì è costretti a leggere e ad ascoltare che il rendimento di un calciatore possa dipendere da un sistema di gioco, da un allenatore, dalla posizione in campo, dalla metodologia di allenamento o dai tempi di adattamento in una nuova squadra. Tutte cose per provare a giustificare il basso rendimento di giocatori normali. José Maria Callejon da quando è arrivato ha cambiato tre allenatori e 12 ruoli e percorso 15mila chilometri. E ad ogni goal un inchino. Professionista esemplare. Mai una parola o una giocata fuori posto. Questa è la differenza tra un buon giocatore e un campione. E il Napoli per migliorare il suo rendimento, ha bisogno di calciatori come lui, di provata esperienza e provato valore.

Stefano Napolitano

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