IL GIORNO DOPO la dodicesima giornata...il chiaro messaggio di Benitez alla società, i punti persi banalmente e i numeri che 'inchiodano' il mercato

24.11.2014
14:00
Redazione

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Finalmente si riprende. Campionato fermo, causa sosta Nazionale. In pratica non si è giocato per assistere ad una papera di Buffon e per ammirare i tifosi croati esercitarsi in quel di S.Siro al lancio di fumogeni. Per dovere di cronaca, si racconta anche dell’amichevole contro l’Albania a Genova. Passerella per tanti debuttanti e per i tifosi dell’Albania che invadono il campo per i saluti di rito. Da non credere.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Il turno lo aprono al sabato Roma e Juventus. I giallorossi a Bergamo vanno subito sotto. Poi, con calma, la ribaltano. I bianconeri di scena a Roma contro la Lazio. I biancocelesti partono bene. Alla Juve bastano un assist di Tevez e una gran giocata di Pogba per sbloccarla. Nella ripresa Tevez e Pogba la chiudono. Beccato dal pubblico l’ex Lichtsteiner, uno che già era poco simpatico quando era alla Lazio. Poi, approdato alla Juve, ha avuto la sua consacrazione di uno degli elementi meno simpatici della serie A. E’ in buona compagnia.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Il Napoli alla domenica ha il compito di dare continuità ai risultati positivi. Avversario il Cagliari del maestro Zeman. Benitez conta gli arruolabili. Fuori Insigne, out anche Mertens; alla fine gioca De Guzman . In difesa turno di riposo per Albiol e maglia da titolare per Henrique. In coppia con Koulibaly ne combinerà di tutti i colori.

Il giorno dopo la dodicesima giornata poche battute e il Napoli la sblocca. Ci pensa il solito Higuain. Alla mezz’ora il raddoppio. De Guzman se lo divora. Inler rimedia con un gran tiro dalla distanza. Il doppio vantaggio dura poco. I sardi accorciano con Ibarbo. Dormita generale in difesa. Maggio non segue Balzano. Inler si perde il colombiano e Koulibaly entra morbido e fuori tempo. E per il Napoli è il 12° goal subito in 12 gare. Uno a partita, decisamente troppi. E, nella ripresa, si riuscirà a fare anche di peggio.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, secondo tempo pronti via e il Cagliari pareggia. Il Napoli subisce l’ennesimo goal da palla da fermo. Palla morbida di facile lettura a centro area. Rafael se la guarda. Sponda sul secondo palo. Rafael se la guarda ancora. Arriva Farias che, inseguito da tre maglie azzurre, tutte in ritardo, la mette in rete. Rafael la raccoglie dal sacco e finalmente la vede. Per il Napoli, tutto da rifare.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, intorno alla mezz’ora Napoli ancora in vantaggio. Maggio indovina un cross. De Guzman trova un gran tempo di inserimento e di testa ad incrociare batte Cragno. Ma anche questa volta, il vantaggio dura pochissimo. Cinque minuti e il Cagliari la pareggia. Henrique, disastrosa la sua gara, cincischia con il pallone. Si appoggia su Rafael che di piede, malamente serve Koulibaly. Il francese banalmente perde palla e Ibarbo serve Farias che sigla il tre pari. Al pareggio dei sardi contribuisce l’intero pacchetto arretrato del Napoli. E i goal subiti in 12 gare diventano 14. Più di uno a partita. Un’enormità per una formazione che pare vanti ambizioni d’alta classifica.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, per provarla a vincere il tempo non mancherebbe. Ma la reazione del Napoli non arriva e l’estremo difensore sardo non è chiamato quasi mai in causa. Per portare a casa i tre punti, Benitez preferisce affidarsi a Ghoulam più avanzato e per farlo, getta nella mischia Britos al posto di De Guzman. La prima riserva d'attacco, tale Zapata, che non entra neanche nei minuti dell'assalto finale, è un chiaro messaggio dell'allenatore alla società: evidentemente serve a poco, se non a niente.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, e non venga tirato in ballo l’alibi delle assenze pesanti. Anche il Cagliari si è presentato al S.Paolo senza uomini importanti quali Conti, Sau e Avelar che, nell’economia del gioco dei sardi, valgono, in proporzione, gli Insigne e i Mertens.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, dal 3 a 3 contro il Palermo, a quello di ieri, sembra non essere cambiato nulla. Eppure, invece, qualcosa era cambiato. Il terzo centrocampista una volta raggiunto il vantaggio, come contro Roma e Fiorentina. Al posto di chi? Uno tra Hamsik, De Guzman e Callejon; mai come ieri, c'era l'imbarazzo della scelta. A discapito del mister, il fatto che l’ultimo vantaggio è durato davvero una manciata di minuti. Henrique e c. non ci hanno messo niente a farli pareggiare.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, dopo 50 gare di campionato e una dozzina di partite in Europa, si discorre ancora di occasioni gettate alle ortiche, di punti banalmente persi, di difesa ballerina che distrugge quanto di buono crea la prima linea, di mancanza di personalità e di carenza di uomini di esperienza. Insomma, pare non sia cambiato nulla. Eppure, nel mezzo, c’è stato un mercato estivo che avrebbe dovuto colmare le annose lacune. Evidentemente così non è stato. Dopo 12 turni, il Napoli ha subito più reti rispetto allo scorso anno (quattro) e messo insieme sei punti in meno. Al momento, i numeri dicono che la rosa ne è uscita tutt’altro che rinforzata dall’ultimo mercato. E meno male che doveva essere “quello della verità”.

Il giorno dopo la dodicesima giornata, è opinione di tanti che molte delle reti subite sono errori dei singoli. E non del sistema di gioco. Ed è vero. Allora è evidente che molti dei “singoli” non sono all’altezza. A gennaio occorre porre rimedio. Si parla tanto di mercato in entrata. Forse sarebbe il caso di concentrarsi anche sul mercato in uscita. Inutile girarci intorno, troppi elementi in rosa non sono all’altezza della situazione.

Stefano Napolitano

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