IL GIORNO DOPO Young Boys-Napoli...ti svegli e ancora non ci credi, una squadra che appare allo sbando e tutti i nodi del mercato che stanno venendo al pettine

24.10.2014
16:00
Redazione

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, ti svegli e ancora non ci credi. Gli azzurri sono riusciti nell’”impresa” di buscarle anche in terra elvetica al cospetto di una compagine alquanto modesta. Undici ragazzotti, quinti in campionato, in un torneo a dieci squadre, pieni di buona volontà e con una gran voglia di correre, sono bastati e avanzati per affondare il Napoli. Senza parole.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, rispetto alla gara contro l’Inter, Benitez ne cambia ben otto. Michu, Zapata, De Guzman, Maggio, Ghoulam, Henrique tutti insieme appassionatamente. E molti di loro, magari anche fuori ruolo. Sempre che, un ruolo possano mai avercelo a certi livelli.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, tra i titolari si rivede Mertens, uno dei pochi che, almeno nel primo tempo ci mette grinta e determinazione. Benitez abbandona la sua metamorfosi di “italianizzazione” vistasi nelle ultime uscite e ripropone, o almeno ci prova, un atteggiamento tattico aggressivo. Purtroppo, il pressing alto non è sincronizzato; molti i giocatori che “escono” e “salgono” fuori tempo. Qualcuno non corre affatto. I difensori non giocano mai d’anticipo. Il risultato è che anche i simpatici giovanotti elvetici riescono ad eluderlo più di una volta. Esperimento fallito. Con questo organico, meglio difesa e contropiede. Almeno negli spazi possono esaltarsi le caratteristiche di qualche singolo.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, il primo tempo scivola via senza particolari emozioni. Si ricorda un diagonale di De Guzman e una serie infinita di appoggi sbagliati, di cross finiti in curva. Di Zapata che lotta e si impegna. Corre e si dimena. Poi, ogni tanto, tra i piedi, gli finisce una sfera tonda di cuoio e iniziano i problemi.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, ad inizio ripresa, pochi minuti e il Napoli è addirittura sotto. Controllo, stop e tiro. Non sono gli insegnamenti di un mister a scuola calcio, ma quello che permettono i difensori del Napoli di fare a tale Hoarau, un lungagnone di 1.92, lento come pochi, in piena area di rigore. L’attaccante francese, nativo dell’isola di Riunione, trafigge con una semplicità disarmante Rafael portando avanti i suoi e facendo letteralmente esplodere lo Stade de Suisse Wankdorf, un gioiellino di 32mila posti tutti a sedere.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, gli azzurri provano una reazione ma al tiro non ci arrivano quasi mai. Gli svizzeri ci credono e fanno muro davanti ai propri sedici metri. Benitez infila dentro Hamsik, Callejon e anche Higuain che si vanno ad aggiungere a Zapata e Mertens. Della serie, tutti all’attacco alla ricerca di un pari che almeno mitigherebbe la figuraccia. Ma il pari non arriva e il Napoli scrive una delle più brutte pagine della sua recente storia.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, nei minuti finali, Maggio, al 12° tentativo, indovina finalmente un ottimo cross a centro area. Ma, malgrado una mezza dozzina di attaccanti in campo, nei 16 metri avversari, non ci sono maglie azzurre. Il pallone è facile preda della difesa elvetica che trasforma l’azione in una micidiale ripartenza. Tagliato a fette un centrocampo assente e i tre difensori schierati in linea, rigorosamente fermi, come quelli del Subbuteo. A Leonardo Bertone, giovanotto svizzero del ’94, non pare vero. Con un semplice taglio, elude i tre giocatori di Subbueo e si presenta da solo al cospetto di Rafael. Il giovane centrocampista svizzero, non va per il sottile, niente tiro a giro, nessun pallonetto o cucchiaio ma un semplice quanto efficace tiraccio con il quale trafigge Rafael. Due a zero, gara chiusa e stadio che esplode. Da non credere.

Il giorno dopo Young Boys-Napoli, resta la consapevolezza di una squadra che appare allo sbando. Ricompattarsi non sarà semplice. Purtroppo, i nodi stanno venendo tutti al pettine. Dopo un terzo posto e una Coppa Italia vinta, si è fatto un mercato da “Atalanta”e questi sono i risultati. Qualche errore del mister e qualcuno di qualche altro singolo giocatore, hanno fatto il resto. Sempre più convinti che, se per un divino motivo, al Napoli avessero vietato di acquistare e cedere calciatori la scorsa estate, sarebbe stato meglio e certe figuracce il Napoli non le avrebbe fatte.

Stefano Napolitano

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