Pelillo... nell'uovo - L'attesa di una città...

13.02.2017
21:50
Redazione

Antonio fa il barbiere e volano gli sfottò nel suo salone un giorno sì e uno no. La clientela è varia e, grazie a Dio per lui, ampia. Da un po' di giorni, però, le battutine dello juventino su Higuain non toccano, volano via. Davanti agli occhi c'è il Bernabeu, un tempio del calcio mondiale che il Napoli ha visto una sola volta ed era pure vuoto. Quella sera di settembre del '87 il grande Napoli di Diego giocò a porte chiuse ed ebbero la meglio loro.

- Diawara o Jorginho? - Chiede Peppe il barista tra un caffè e un cappuccino sperando di trovare la verità dalle labbra di un giornalista caffettiere...

- 'O guaglione è buon, non tiene paura, Sarri mette Diawara - esclama distante il tifoso dai capelli bianchi con l'aria di chi ha vissuto più amarezze che vittorie, ma non smette di sognare.

- E Zielinski? E' buono eh? Ma Allan però deve marcare Ronaldo, 'o pallone d'oro... - Ma l'oro vero, i napoletani lo stanno già vivendo. L'attesa che avvolge un popolo che respira calcio, un filo invisibile che unisce milioni di persone di cultura, ceto, modo diverso di essere ma unite dalla stessa passione. Questo è oro per una società così martoriata da valori sempre più schiacciati dall'indolenza, dalla disonestà che sa trovare intorno ad una sfera speranze, sogni, emozioni univoche. Questa è l'essenza dello sport, queste sono le occasioni in cui i valori sportivi vincono sul danaro che ha inquinato anche il pallone. Queste sono le occasioni in cui lo sport ritrova il suo motivo, queste sono le opportunità in cui lo sport è lezione di vita e Napoli ne diventa teatro esemplare. Vedremo...

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Fonte : di Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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