
FIGC, Gravina: "Non siamo pronti per gli arbitri che spiegano le loro decisioni durante le partite"
Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha concesso un’intervista al quotidiano La Stampa. Uno dei focus è stato rivolto alla questione arbitrale:
«Perché non mettere mano al fuorigioco? Penso, naturalmente, a tutti quei gol capolavoro cancellati per un alluce: parlare di “luce” ci conserverebbe piccole, grandi magie per gli occhi».
E parlare degli arbitri che spiegano le loro decisioni durante le gare? «Ci arriveremo, ci siamo già arrivati. Ma non da noi».
Sarebbe una trappola? «Si tratta di una questione culturale: in Spagna va bene, in Germania anche, in un nostro derby no. Non siamo pronti».
La storia del campionato sta arrivando vicino al traguardo: tutto è ancora in discussione, tutto da definire. Teme un innalzamento dei toni? «Si parli degli arbitri, ma in modo corretto. Se si va oltre, ci sono le sanzioni: prima parlavo di fantasia ed evoluzione, ma nel calcio ci sono gli errori e sono gli errori a non trasformarlo in un videogioco».
Sente le società in fibrillazione? «No, assolutamente. Sento solo commenti che faccio fatica a comprendere. Un esempio? Un fallo di mano di Gatti o un rigore non dato al Torino hanno trasmesso la sensazione di un fine settimana disastroso per la classe dei direttori di gara: due episodi su venti gare. Se si pensa che l’arbitro è infallibile, siamo fuori logica».