Tardelli: "Serie A? Alcuni capitani spingevano per non giocare, altri non volevano farsi toccare lo stipendio. 40 giorni di partite? Si deve fare un sacrificio"

03.06.2020
12:10
Redazione

News Serie A - Tardelli parla della ripresa della Serie A

Serie A - Marco Tardelli, ex azzurro candidato alla presidenza dell’Aic, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport.

Dunque il calcio ripartirà: era favorevole o contrario?

«Chi ama il calcio è contento, ma è una ripresa piena di dubbi: dall’applicazione del protocollo, al destino della Serie B e della C, di cui quasi non si parla. Riusciranno ad applicarlo? Sarà sicuro per loro come per i giocatori di A? Siamo sotto lo stellone della fortuna: speriamo ci protegga».

Non è troppo poco affidarsi alla fortuna?

«Non solo a quella, ovviamente: qualcosa si è fatto per la sicurezza e la salute dei calciatori, ma non basta per avere certezze».

Ma i calciatori volevano riprendere?

«Alcuni sì e altri no, anche fra loro poca armonia e un po’ di confusione. Quelli di Serie A sono andati per conto loro, alcuni capitani spingevano per non giocare, altri invece non volevano farsi toccare lo stipendio. Sui tagli non c’è stato un accordo collettivo, si è lasciato che ogni club decidesse per i suoi tesserati: credo che l’Aic dovesse puntare a un’intesa che stabilisse tutele uguali per tutti».

Giocare 12 o 13 partite in 40 giorni è troppo?

«Siamo in emergenza, si deve fare un sacrificio».

Si giocheranno di pomeriggio 10 partite su 124: l’Aic ha protestato, lei ha già ha detto che non sarà un dramma.

«Direi proprio di no: a che ora si va in campo negli altri campionati? E solitamente ai Mondiali o agli Europei? Usa ‘94 allora non si doveva proprio giocare?»

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