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VAR a chiamata, l'Italia sarebbe pronta a fare da apri-pista alla sperimentazione
L’espulsione di Tomori in Empoli-Milan ha svelato una delle lacune più grandi dell’attuale protocollo del VAR. Il difensore inglese è stato espulso per doppia ammonizione, in seguito a un corretto cartellino giallo comminato per un fallo su Colombo, che però partiva da una posizione di fuorigioco. In queste occasioni però il VAR non può intervenire.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, questo episodio ha riacceso però la discussione intorno all’introduzione del VAR a chiamata. Già il presidente della FIGC Gabriele Gravina aveva annunciato la disponibilità italiana a sperimentare importanti innovazioni tecnologiche e fare da apripista a tali forme di sperimentazione.
L'ipotesi del VAR a chiamata consentirebbe di non sfociare in quella "moviola" contro cui gli arbitri e l'IFAB combattono fermamente. La possibilità per le squadre di poter richiamare al monitor l’arbitro per un episodio non previsto dal protocollo, ponendo però un limite al numero di interventi a chiamata da parte delle panchine. Tutte valutazioni che l’IFAB sta portando avantii.