Ciro Esposito, la famiglia si dissocia dalle scritte apparse a Mergellina: "Lo sport è vita, non morte"

11.07.2016
20:50
Redazione

La scritta apparsa a Mergellina non fa onore a Napoli ed ai napoletani. Riguarda Ciro Esposito, ancora una volta, ma la famiglia preferisce prenderne le distanze perchè la violenza non deve far parte del calcio. Ecco il comunicato apparso sulla pagina Facebook dell'Associazione 'Ciro Vive': "Nei giorni scorsi a Napoli zona Mergellina è comparsa questa scritta, frase bruttissima e vergognosa Il giorno 4 giugno 1989 a Milano prima della partita Milan Roma, un ragazzo di 19 anni Antonio De Falchi perdeva la sua vita perchè il suo accento Romano lo tradì ed i tifosi milanisti all'incirca una trentina lo assalirono fino a ridurlo alla morte Il giorno 3 maggio 2014 a Roma prima della partita Napoli Fiorentina un ragazzo di 29 anni Ciro Esposito perdeva la vita perchè un fascista tifoso della Roma per odio verso i napoletani assale un pullman di tifosi napoletani e poi spara 4 colpi di cui 2 feriscono nostro fratello Ciro che dopo 52 giorni di agonia muore Tutto questo è assurdo, due giovani che in comune avevano la passione della propria squadra che vivevano questa passione con tanto amore pulito e sano, vanno in trasferta per seguire la propria squadra del cuore e non fanno più rientro dalle proprie famiglie ....Non è possibile Ci associamo al Grazie di Marco De Falchi fratello di Antonio, ai ragazzi della Curva A di Napoli che hanno provveduto dopo la segnalazione a cancellare quell'orribile scritta LO SPORT E' VITA NON MORTE LO SPORT E' GIOIA NON DOLORE LO SPORT E' UNIONE NON DIVISIONE LO SPORT E' AMORE INCONDIZIONATO ED OGNUNO E' LIBERO DI VALORIZZARE IN MODO SANO I PROPRI COLORI CHE PORTA NEL CUORE SENZA ODIO E SENZA VIOLENZA SIAMO AVVERSARI NON NEMICI".

FOTO ALLEGATE
Notizie Calcio Napoli