Felipe-Napoli, i conti non tornano: tutto sul brasiliano del Corinthians catapultato in azzurro
di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia
Un fulmine a ciel sereno, direttamente dal Brasile. São Paulo-Napoli, un volo transoceanico a velocità ipersonica. Perché la bomba di Diario de São Paulo ci ha impiegato davvero poco a giungere all'ombra del Vesuvio: "Offerta milionaria del Napoli per Felipe, parti vicine". Secondo il quotidiano paulista, l'affare sarebbe praticamente definito. Con tanto di conferma di una fonte coinvolta che, in esclusiva, garantiva: "Si farà, ci scommetto".
Una notizia che, al di là delle mancate conferme nei giorni successivi, non trova molti riscontri anche tecnici. Perché non parliamo di un talento genuino, né tanto meno di un giovane di grandi prospettive. Piuttosto, di un difensore di livello medio che negli ultimi anni è sicuramente cresciuto ma che in 26 anni non ha mai fatto il grande salto in Europa né è rientrato nel giro della nazionale. Difficile pensare che la società, a meno che non lo voglia come quarto dell'organico, scommetta su un giocatore che non conosce l'Europa nell'anno in cui si è puntato molto sull'italianizzazione del progetto.
Il salto nel grande calcio verdeoro poi è avvenuto soltanto tre anni fa, quando il Corinthians l'ha prelevato dal Bragantino in Serie B. Prima un avvio non semplice tra tante panchine e un rapporto non felice con i tifosi, poi l'exploit ma solo a partire da questo maggio quando il neo allenatore Tite l'ha confermato titolare con ottimi risultati. Vanta nel suo palmares una vittoria nel Mondiale per Club, una Coppa Libertadores, una Recopa Sudamericana e un campionato paulista: ma in nessuno dei tre casi è stato protagonista in campo.
Molto abile nel gioco aereo, paga alle volte la poca cattiveria agonistica e un senso tattico non impeccabile. Un atleta nemmeno non così amato dal suo pubblico. Sebbene sia timidamente (e forse anche ironicamente) chiamato il Sergio Ramos di Itaqueira, in molti vedrebbero una sua cessione un'ottima occasione per monetizzare e soprattutto lanciare qualche ragazzo delle giovanili pronto al grande salto. La forte sensazione è che non sarebbe pronto per un palcoscenico come quello partenopeo, non a caso altre squadre sulle sue tracce sembrerebbero essere Udinese e Atalanta che hanno contesti totalmente differenti. Catapultato in azzurro e rispetito al mittente, nulla da fare: non è quel nome da prima fascia che servirebbe davvero.
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