FOTO - Germania, l'arbitro nano che vuole fare carriera: "Voglio arbitrare in Bundesliga"

14.10.2012
22:28
Marco Lombardi

Si chiama Cem Yazirlioglu, è alto appena 1.38m e di mestiere fa... l'arbitro. Finora a livello federale. Insomma, uno di quelli che sbroglia le matasse sui campi tedeschi di periferia. Perché Yazirlioglu, nonostante origini turche, è tedesco. Come Markus Merk ed Herbert Fandel, per citare due fra i suoi colleghi (ormai ex) più prestigiosi. Yazirlioglu, secondo alcune stime, è l'arbitro più piccolo di tutta la Germania. E' più basso della bandierina del calcio d'angolo ma è solito fare i conti con giocatori di stazza decisamente superiore, cui arriva appena all'ombelico.

A Cem non manca né il coraggio, né il talento. Ma soprattutto la voglia di emergere: "Sono da tre anni nella settima divisione. Ma sono molto ambizioso e voglio arbitrare nella quarta o nella quinta. Li' c'è un migliore livello di gioco, condizioni di lavoro più professionali, più spettatori, più rispetto verso l'arbitro e, specialmente, una maggiore attenzione". Il direttore di gara fa sul serio. E ne ha ben d'onde, dato che nelle leghe inferiori di Berlino le sue prestazioni sono ritenute eccellenti.

Il problema reale - e non potrebbe essere altrimenti - è la sua statura. Giocatori e pubblico, in tante occasioni, non hanno mancato di farglielo notare, ma dopo i pregiudizi iniziali la situazione è lentamente migliorata: "A Berlino, per fortuna, ci sono arbitri di ogni tipo - ha detto Yazirlioglu -. Grandi, ragazzi, piccoli, grassi, neri, bianchi, brutti e belli. Ma essere un nano richiama sempre l'attenzione. Spesso la maggior parte della gente ti guarda con curiosità anche quando sei per strada, come succede nel caso dei bambini. Ma quando mi fissano io chiedo se per caso vogliono fare una foto con me".

Il calcio e Yazirlioglu hanno iniziato un percorso comune fin da quando lui era adolescente: "Ho seguito il ritmo i miei compagni fino alla B giovanile, 14-15 anni, anche se appena riuscivo a farmi valere sui colpi di testa. Poi mi hanno messo in panchina ma quello non è il mio posto". Quindi la decisione di dedicarsi a una nuova carriera: "Molte volte devo correre più degli altri per avere un buon angolo di visione su quello che succede in campo. Segnalare da solo i fuorigioco non è facile. Ma a dispetto della mia altezza ho grande autorità e presenza con la personalità che mi ritrovo". Lo dice perché ne è consapevole, ma soprattutto per avere una chance fra i "grandi". Quella che finora gli è stata negata a causa di una statura... ingombrante.

Fonte : sportmediaset.it
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