GRAFICO - La storia tattica di Benitez, dal capolavoro a Valencia del 4-2-3-1 al Napoli che verrà

23.06.2013
11:03
Redazione CalcioNapoli24

L'esperto di tattica Adriano Bacconi ha pubblicato un articolo a sua firma sulle colonne de Il Mattino.

"Sono d'accordo con De Lurentiis quando afferma che Rafa Beintez è un tecnico internazionale, alla stregua dei nostri Lippi, Capello, Ancelotti, e non un allenatore spagnolo. Lo conosco da quasi venti anni e so come ha costruito la sua carriera nel tempo pianificando nei dettagli il suo metodo di lavoro investendo in strumenti tecnologici sempre più evoluti per perfezionare l'analisi della partita e la comunicazione coi propri giocatori. Il suo grande capolavoro tattico lo compii nel 2001 quando impose al suo Valencia un modulo di gioco innovativo che oggi trova adepti in tutta Europa. Stiamo parlando del 4-2-3-1 che aveva nel trequartista "anomalo" Aimar l'uomo chiave. Rispetto a Bergkamp, Cantona, Raul e le altre seconde punte dell'epoca, il brasiliano era un vero e proprio centrocampista aggiunto che fungendo da vertice alto del triangolo di centrocampo permetteva la superiorità numerica nella zona calda del campo. Quel Valencia aveva quindi buon possesso palla, grande compattezza e grande attitudine al pressing, caratteristiche che Benitez nel suo viaggio professionale ha sempre portato con se come riconoscibile bagaglio tecnico. Se vogliamo ancor più difensivo fu il suo Liverpool, squadra con cui raggiunse la consacrazione europea aggiudicandosi la Champions League nella rocambolesca finale col Milan. Più di 4-4-1-1 si può parlare riferendosi ai Red. Otto giocatori posizionati nella propria metà campo e pronti a ripartire negli spazi e due punte che dovevano sfruttare contropiede e lanci lunghi. Negli anni di Liverpool Benitez costruì non solo una squadra vincente in campo ma anche una rete strutturata di osservatori e un articolato database per monitorare i giocatori nei 5 continenti per lo scouting internazionale. Un antesignano anche in questo campo. Meno brillanti sono state le ultime sue esperienze a Milano e Londra dove ha avuto poco tempo per pianificare il proprio lavoro. Benitez ha bisogno di potere assoluto nella gestione e tempo per poter garantire risultati adeguati alle aspettative. Per motivi diversi sia all'Inter che al Chelsea non ha trovato questi pre-requisiti. Ma dal punto di vista tattico non ha mai tradito il suo credo, anche nei momenti difficili. Con l'Inter il 4-2-3-1 prevedeva Pandev largo a sinistra, ruolo svolto a lungo dal macedone anche con Mazzarri. La difficoltà più grossa fu sulla collocazione in campo di Snejder, mai a suo agio nel gioco manovrato che chiedeva Benitez. Molto più tecnico il reparto offensivo del Chelsea che poteva vantare quest'anno tre centrocampisti tecnici e interscambiabili come Mata, Oscar e Hazard. Questa la storia tattica di Benitez."

Fonte : il Mattino
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