Ingaggio, qualità e affidabilità: perché Juan Camilo Zuniga deve tornare a giocare

09.09.2015
13:00
Redazione

di Lorenzo Sorianiello

Zuniga sì, Zuniga no. Per qualche momento, dopo il mancato trasferimento alla Samp nell'affare Soriano, il colombiano sembrava essere destinato a farsi da parte, escluso dal progetto tecnico al pari di Fideleff e De Guzman. Invece, pare che società e tecnico abbiano deciso di concedergli spazio e fiducia e, condizioni atletiche permettendo, Juan Camilo Zúñiga tornerà a difendere i colori del Napoli dopo due anni di parziale inattività. 

L'INGAGGIO. Certamente, i quasi 7 milioni di euro lordi che il Napoli spenderà anche quest'anno per pagare l'ingaggio del colombiano hanno inciso sul suo reintegro in squadra. Se non è possibile sgravarli dal bilancio, tanto vale farli fruttare: anche perché, va ricordato, se Zuniga è il secondo calciatore più pagato del Napoli, un motivo ci sarà. De Laurentiis non concede facilmente contratti da top player e qualcuno ricorderà il blitz a Londra del presidente per convincere il giocatore a firmare, quando, dopo tre anni ad altissimi livelli, cominciava a far gola ai maggiori top club d'Europa.

LA QUALITA'. Dal Barcellona alla Juventus, molti club hanno provato a soffiarlo al Napoli. Perché se Zuniga tornerà a scendere in campo con la maglia azzurra non sarà certamente solo per una questione economica. Il giovane acquistato dal Siena è oggi un uomo maturo; Mazzarri, che ancora lo descrive come la sua più grande soddisfazione, l'ha plasmato nel migliore dei modi e Zuniga è diventato un calciatore affidabile, in grado di garantire copertura difensiva e spinta, competitivo anche ad alti livello. E' veloce, è bravo tecnicamente e nel 4-3-1-2 di Sarri può giocare quasi ovunque. Ciò di cui ha bisogno è di sentire la fiducia dell'allenatore, dei compagni di squadra, della società e dei tifosi: siamo certi che la ripagherà, sempre a patto che stia bene, che abbia recuperato al 100% dagli infortuni e dalle fatiche estive.

AFFIDABILITA'. Non è abituato a tirarsi indietro, a nascondersi. Non lo fece quando le voci di un imminente trasferimento in bianconero fecero piombare su di lui i fischi dell'intero San Paolo: tutti ricorderanno i saltelli anti-Juve in mezzo al campo. Non lo ha fatto nemmeno con Benitez, dopo l'odissea degli infortuni, quando si fece trovare pronto nel momento peggiore della gestione Rafa, sebbene lo spagnolo non abbia mai puntato su di lui. Zuniga non si è tirato indietro nemmeno con la sua Nazionale, pronto a guidare la Colombia in Copa America dopo due anni di inattività. Non vogliamo dire che non abbia mai manifestato il desiderio di andar via, probabilmente l'ha fatto, com'è normale che sia. Eppure, mai un commento fuori posto, mai un 'tweet' al veleno, Zuniga è rimasto sempre leale, corretto. Checché se ne dica, Zuzù a Napoli è la vecchia guardia, uno di quei giocatori di sicura affidabilità nei momenti di difficoltà, specie in una squadra rimaneggiata come questa. 

Non è un caso che sia stato proprio lui a fare da paciere tra De Guzman e Giuntoli: un episodio che dimostra ancora una volta quanto questo club abbia bisogno di poter contare sugli uomini, prima che su bravi calciatori. Concedetegli la fiducia che merita, e Zuniga potrà essere entrambe le cose.

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