Occhio all'Atalanta, il fattore casa è una garanzia per gli uomini di Reja: i numeri
Quattro lunghi anni, un vero tabù. Né con Cavani né con Higuain, Bergamo resta amara. Dal rigore sbagliato al 93esimo della scorsa stagione fino al tris incassato con Benitez due anni fa, un campo storicamente maledetto che non ha mai sorriso pienamente agli azzurri. Nella storia sono solo 8 i successi partenopei allo stadio Atleti Azzurri d'Italia, poi 21 pareggi e 20 sconfitte. Ma domenica urge una svolta, per allontanare le perplessità recenti e passare le feste natalizie in piena serenità.
FOCUS - Sette vittorie, tre pareggi e sei sconfitte. E' questo finora il percorso della squadra del maestro Edy Reja, reduce dalla netta vittoria interna col Palermo per 3-0 e ancor prima dal colpaccio all'Olimpico contro la Roma per 0-2. Col fattore casa che è una garanzia: 13 reti realizzate e appena quattro subite, con cinque successi, un pareggio e appena un k.o. di misura in sette partite. Un exploit casalingo che ha rappresentato il vero punto di forza della formazione bergamasca, addirittura a ridosso della zona Europa dopo 17 giornate.
LA FORMAZIONE - In campo col 4-3-3, la formazione nerazzurra vanta una nota compattezza grazie a un blocco storico e al grande lavoro dell'allenatore. Ma con un'altra abilità non indifferente: le ripartenze potenzialmente letali, grazie alla velocità e ai guizzi dei folletti Gomez e Moralez. In mediana brilla la stellina De Roon, centrocampista di contenimento ma bravo anche a far girare la squadra, poi la qualità di Cigarini e l'exploit Grassi. La retroguardia non spicca per grandi individualità, ma da Raimondi a Stendardo passando per Paletta l'esperienza di certo non manca. Senza dimenticare la saracinesca Sportiello, reduce dal terzo rigore su quattro parato in questo campionato e che si rilancia a livelli sempre più alti. Niente Pinilla invece, infortunato. Spazio all'ex Denis dal piede caldo ultimamente. Sarà necessaria una grande accortenza tattica questo weekend, con squadra corta e raddoppi precisi per arginare gli esterni. Ma servirà soprattutto una cosa: che il Napoli faccia il Napoli. Quello vero. Perché a Bergamo vincere si può. Si deve.
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