Un negoziatore spietato ma giusto: chi è Giovanni Manna, dal Cilento a Lugano in mocassini tardo-Yuppie. Ed un soprannome

02.04.2024
17:30
Claudio Russo

Chi è Giovanni Manna, il possibile nuovo direttore sportivo del Napoli? La storia dalla nascita in Cilento alla crescita in Svizzera, tra Chiasso e Lugano

Ultime notizie SSC Napoli - Definirlo figliol prodigo è difficile, quando lasci la propria terra da piccolo perché i propri genitori trovano lavoro al Nord, nei dintorni di Como: il possibile nuovo direttore sportivo del Napoli Giovanni Manna è tra questi.

di Claudio Russo (@claudioruss)

Classe 1988nato il 29 luglio in pieno Cilento a Vallo della Lucania, ma originario di Cardile, frazione del comune di Gioi da poco più di 500 abitanti, Manna ha sempre avuto l’idea di avere una vita nel mondo del calcio. Racconterà alla RSI nel 2019:

“Ho sempre sognato di lavorare nel mondo del calcio, non ci sono riuscito come giocatore perché francamente ero abbastanza mediocre, ma ho sempre allenato ed ho studiato per poter intraprendere un percorso professionale”

Ma come inizia la vita sportiva di Giovanni Manna? Nel 2014 partecipa al Master Sport a San Marino e Parma insieme a Lorenzo Pedroni, che all’epoca era Chief Executive Officer del Forlì (“Fu lui a volermi al Forlì, mi fece il colloquio ed entrai. Lo ringrazierò sempre per quell’opportunità”, dichiarerà a Piazzaledellavittoria nel 2017). Pochi mesi da Team Manager a 25 anni, il tempo di far combaciare lo spareggio salvezza in Lega Pro vinto col Delta Porto Tolle e la chiamata del Chiasso il 17 dicembre 2014, nella B svizzera al fianco di un ds come l’ex Inter Fabio Galante (“A Forlì mi offrirono il ruolo di responsabile del settore giovanile. Ma la proposta del Chiasso era economicamente troppo migliore. E poi sarei andato a 20 minuti da casa mia, come facevo a dire di no?”).

Un anno per salvarsi in Challenge League, prima della chiamata del Lugano (“Zambrotta aveva qui un amico, fece il mio nome, conosceva il presidente: arrivai qua insieme a Zeman”). Sempre da team manager, per carità: la figura del direttore sportivo al Lugano non c’era, il mercato lo faceva il presidente. Però Manna, sempre con il pallino del tessere relazioni, instaura il rapporto con l’allenatore ed inizia ad entrare in queste dinamiche.

Risultati con il Lugano? Il primo anno salvezza e finale di coppa, persa. Ma rinnovo triennale da responsabile dell’area tecnica. Sempre in crescita, fino alla qualificazione storica in Europa League con una squadra allenata da Paolo Tramezzani (“Ho 29 anni e col budget più basso di una Lega Pro italiana combatto con società che spendono 80, 50, 35 milioni… Siamo arrivati diretti al girone di Europa League, la gente si fa un po’ di domande”). Nel frattempo, un rapporto con la Juventus che va consolidandosi, meglio lavorare in Svizzera che in Italia perché

all’estero però si sta meglio: dal punto di vista economico, ambientale, lavorativo… In Italia ci sono tanti compromessi, a 29 anni ad esempio non fai una squadra. Qui abbiamo scoperto giocatori dalla B svizzera che adesso valgono 4-5 milioni

Dai bianconeri fa arrivare in Svizzera, nell'ambito del progetto Club 15 (una sinergia tra la Juventus e club di campionati europei di seconda fascia), l’anglo-greco Anastasios Donis, Lorenzo Rosseti, il franco-marocchino Younes Bnou Marzouk, il ceco Roman Macek. Ma dal mercato italiano arrivano in tanti: Mastalli, Aguirre, Ponce, Vecsei, Machin, l’esperienza di uno come l’ex Lazio Cristian Ledesma e dell’ex Palermo e Chievo Daprelà. E altri talenti ancora scovati: Frederic Veseli visto in A ad Empoli, Domen Crnigoj ora al Venezia, il macedone Ezgjan Alioski che arriverà al Leeds, Assan Ceesay ex Lecce. Dichiarerà a RSI Calcio nel 2019: “Il giocatore che mi ha dato più soddisfazioni? Eray Cömert, anche se sono stato molto deluso quando l'ho visto partire, mentre su Ofir Mizrachi avevo tante aspettative, purtroppo non è andata come speravo

Mentre è a Lugano, Manna supera gli esami FIGC ed il 5 dicembre 2017 ufficialmente è abilitato a ricoprire il ruolo di direttore sportivo: a passare il dito sull’elenco dei promossi, ci sono due nomi che ritroviamo anche oggi, ovvero il direttore sportivo del Bari di De Laurentiis, Ciro Polito ed il capo della Next Gen Area della Juventus Claudio Chiellini. Quell’anno, a fare da docente d’eccezione, ci fu quel Cristiano Giuntoli che l’ha avuto come punto di riferimento quest’anno in bianconero. E che gli ha praticamente tenuto in caldo il posto al Napoli.

Al momento di lasciare il Lugano per andare a ricoprire il ruolo di Responsabile dell’under 19 della Juventus, il Corriere del Ticino lo dipinse così:

“La chiamata da Torino se l’è guadagnata sul campo. Lavorando, studiando, lavorando e ancora studiando. Credendoci. Sempre. Nonostante una famiglia a casa, degli affetti, una vita insomma al di fuori del rettangolo verde, l’oramai ex direttore sportivo dei ticinesi stava a Cornaredo da mattina a sera. Anche di notte se serviva. Non aveva orari: il Football Club Lugano era tutto il suo mondo. E lui ci teneva affinché quella creatura crescesse, diventasse qualcosa di bello”

In più, un paio di battute: “A noi piaceva solleticarlo sui vari obiettivi di mercato, provocandogli spesso reazioni nervose ed elettriche (ma spassosissime per noi). Elegante e trendy a bordo campo, avvolto in abiti sartoriali e con ai piedi audaci mocassini tardo-Yuppie, Giovanni Manna nei suoi anni a Lugano è stato sia forma sia sostanza”

Per capire un po’ la mentalità di Giovanni Manna, che al Lugano veniva chiamato ‘team’ dai calciatori, ci sono alcune frasi che vanno tenute a mente.

  • L’ex Piacenza Marco Padalino, scout del Lugano, lo scorso anno lo raccontò così: "Nella sua parentesi a Cornaredo Giovanni ha dimostrato le sue qualità, sapendo gestire lo spogliatoio e costruendo un buon rapporto con i giocatori. È un negoziatore spietato ma giusto"
     
  • Il direttore finanziario del Lugano Michele Campana a Kiss Kiss Napoli: “E’ molto attento al mondo dei giovani, quando era a Lugano fu uno dei primi nel nostro sistema formativo a voler incontrare tutti i ragazzi dall’Under 16 all’Under 18 per capire chi potesse avere un futuro da professionista. Il suo talento si vedeva già all’epoca, ha tanto intuito”
     
  • Il direttore generale del Sion Marco Degennaro a Kiss Kiss Napoli: “Giovanni è competente e vede bene il calcio: a me piace molto sia quando ha lavorato con me al Chiasso, sia dopo quando siamo rimasti in contatto. Molto giovane, ma è un predestinato per una piazza come Napoli che saprà gestire al meglio. Si sa muovere bene sui giovani, ha una capacità manageriale ed un bel modo di fare: riesce a far passare molto bene i messaggi della sua linea”
     
  • L’ex presidente del Lugano Angelo Renzetti a CalcioNapoli24: “Arrivò a fare il team manager dal Chiasso, me ne parlarono bene. Poi col passare del tempo ho sempre dato incarichi più importanti, era ambizioso ed aveva le doti da direttore sportivo: spigliato, tante conoscenze, in lui vidi che andava d’accordo con tutti i calciatori nello spogliatoio. Caratterialmente è impulsivo, però arriva sempre ad una sensazione condivisa con tutti: è uno di quelli che coglie l’attimo per fare amicizia, e nel suo mestiere è una dote molto importante. Un giovane rampante”

Giovanni Manna, nel 2019, in una intervista a RSI si slanciò in una introspezione: “Di me non apprezzo l'impulsività ed ogni tanto ho dei pregiudizi. Mi piace la mia determinazione nel raggiungere gli obiettivi e spesso ci riesco"

PS - Il possibile nuovo direttore sportivo del Napoli non è solo calcio, ma si diletta anche in cucina: "Sono una buona forchetta, dunque mi piace cucinare. Il mio piatto forte è lo spezzatino con la polenta, in questo modo lo si può preparare prima e poi lo si mangia insieme agli altri, godendosi appieno la cena"

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