IL GIORNO DOPO...l'ultima giornata: i meriti di Sarri e la mancanza di sportività nel DNA di Buffon

21.05.2018
15:30
Redazione

Il giorno dopo l’ultima giornata. Tempo di numeri e bilanci.Tempo di rabbia e recriminazione per il Napoli. Poteva e doveva essere l’anno

Il giorno dopo l’ultima giornata. Tempo di numeri e bilanci.Tempo di rabbia e recriminazione per il Napoli. Poteva e doveva essere l’anno buono per il titolo. Rispetto alla scorsa stagione, la squadra si è migliorata sotto tutti i punti di vista: meno sconfitte, meno pareggi, più vittorie e dieci goal subiti in meno. E ben cinque punti in più che hanno permesso agli azzurri di chiudere la stagione a 91 punti, quanti ne bastarono lo scorso anno alla Juventus di vincere il campionato. E il tutto senza praticamente fare mercato per due sessioni e con il fardello di due infortuni gravissimi.


Il giorno dopo l’ultima giornata. Anche poco fortunato il Napoli in questa stagione. L’infinità di legni colpiti da Insigne, la traversa di Milik a Reggio Emilia, la parata di Donnarumma, una delle poche della stagione, sul diagonale a tempo scaduto dello stesso Milik. Il clamoroso palo di Gil Dias della Fiorentina contro la Juventus in una gara ancora bloccata sullo zero a zero dove ai viola fu anche concesso un rigore poi ingiustamente revocato dalla VAR. Il legno
centrato da Calhanoglu in Juventus – Milan sul risultato di uno a uno in una delle tante partite giocate malisimo dagli uomini di Allegri che poi riuscirono a vincerla nei minuti finali. Ridurre tutto alla fortuna e alla sfortuna, non è da noi, ma la dea bendata di certo non ha aiutato gli azzurri in questa stagione.

Il giorno dopo l’ultima giornata. Meno legata alla casistica degli episodi sfortunati, tutti quelli che hanno visto – e tutti hanno visto – la non poche decisioni arbitrali che hanno finito per favorire la compagine bianconera. Da Cagliari a Firenze, passando per il derby con il Torino, fino alla sfida decisiva contro l’Inter. La storiella che gli errori arbitrali a fine stagione si compensano non regge, non ha mai retto. Specialmente quando i campionati si decidono punto a punto. In questi casi, le classiche “sviste” finiscono per fare la differenza, e quest’anno l’hanno fatta eccome. E non “contenti” sono andati avanti così fino alla fine, anche a campionato già vinto. La mancata espulsione di Buffon per intervento decisamente sull’uomo in Juventus – Verona, è stata la “giusta” chiosa finale. L’ormai ex portiere ha perso una buona occasione per riabilitarsi in parte. Avrebbe potuto ammettere il fallo, sarebbe stato espulso e magari sarebbe uscito tra gli applausi. Ma evidentemente certi atteggiamenti di sportività non fanno assolutamente parte del suo DNA.

Il giorno dopo l’ultima giornata. Il Napoli ieri ha chiuso la stagione così l’aveva iniziata, con una vittoria. Un San Paolo stracolmo ed illuminato dal sole, ha salutato e ringraziato squadra ed allenatore che hanno comunque disputato una stagione straordinaria, riducendo al minimo il gap con la Juventus, attraverso il gioco, l’impegno, e l’organizzazione e lasciando a distanza siderale compagini quali la Roma, l’Inter e lo stesso Milan e per la gioia della proprietà, conquistando l’accesso alla prossima Champions League con largo anticipo.

Il giorno dopo l’ultima giornata. E ora che succederà? La logica imporrebbe di ripartire dai migliori, mister compreso. Mantenere lo zoccolo duro e aggiungere non sostituire. Per provare a riprovarci tutti insieme appassionatamente anche perché il gruppo ha fatto la differenza. Ma la logica lascia il tempo che trova da queste parti. Si rincorreranno mille nomi sul mercato. E ognuno si dirà certo di avere la dritta giusta. Insomma, niente di nuovo. Smantellare un organico che tanto bene ha fatto sarebbe un peccato. Anche la scorsa estate si scriveva di un organico che avrebbe necessitato di
soli pochi ritocchi per migliorarsi. In pratica non arrivò nessuno. E, anzi, come detto, è stato anche indebolito dai due gravi infortuni. Ma il rendimento è migliorato lo stesso. Di qualcuno sarà pur merito.

Fonte : di Stefano Napolitano
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