Figc, Calcagno: "Adesso è arrivata l’ora delle riforme, ma no alle 18 squadre in serie A"

03.03.2025
05:00
Redazione

Secondo quanto riferito da ItaliaOggi, il Senato è pronto ad approvare questa settimana un documento di riforma del calcio italiano in 18 punti, che include miglioramenti per le infrastrutture, i settori giovanili e il divieto di pubblicità per le scommesse. Parallelamente, la Figc sta lavorando su cambiamenti, con il presidente Gravina che sottolinea l'urgenza di riformare i campionati. Tuttavia, la proposta di ridurre la Serie A a 18 squadre non è presa in considerazione, poiché si preferisce valorizzare i campionati nazionali e aumentare la competitività. Un altro tema rilevante è la riforma del lavoro sportivo, con l’abolizione del vincolo sportivo, e il sostegno necessario per le strutture calcistiche. La proposta di eliminare il decreto Dignità e le restrizioni sulle scommesse è un altro punto in discussione.

La riduzione a 18 squadre della serie A, spesso tirata in ballo quando si parla di format, non sarà parte di questo percorso. Già Gravina ha detto come la riduzione «non sia un tema» e anche Calcagno non è affascinato dalla proposta. «Dobbiamo preservare e valorizzare i campionati nazionali, rendendoli più attrattivi. La riduzione a 18 squadre non mi pare la soluzione a tutti i mali e, comunque, deve essere almeno inserita in un ragionamento europeo. Sappiamo che, ormai, solo certi tipi di competizioni riescono a garantire elevate risorse economiche, ma i campionati nazionali sono una fonte di ricavo importante anche per le big; infatti, nessun grande club ha mai pensato di abbandonare la propria lega. Figurarsi quanto siano fondamentali per le realtà più piccole. Una strada è quella di redistribuire meglio le risorse, aumentando la competitività. Anche qui, possiamo guardare a modelli come la Premier, dove esiste un sistema di redistribuzione migliore di quello italiano».

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