Il grosso equivoco di mercato

13.03.2024
20:30
Redazione

Anche Barcellona-Napoli lo ha confermato

Se solo l'avesse buttata dentro. Chissà che finale di partita ne sarebbe venuta fuori. Ovviamente non può esserci la presunzione di dire che il Napoli l'avrebbe portata a casa, ma possiamo serenamente osservare che il 2-2 avrebbe spezzato le gambe a un Barcellona tutt'altro che brillante e premiato gli azzurri non all'altezza di una serata così ma che comunque ci hanno provato anche con diverse occasioni nel finale. 

E' stata una gara tra due squadre che vivono un'annata mediocre e l'ha spuntata chi ha capitalizzato e ha sbagliato al contempo di meno, ma entrambe con un fianco parecchio esposto a un colpo letale. 

Se Lindstrom avesse segnato il 2-2... 

Peccato che Jesper Lindstrom non sia riuscito a ferire mortalmente. E il giorno dopo grida ancora vendetta il suo colpo testa davanti allo specchio della porta. Ancor più della chance dopo appena 3 minuti con Victor Osimhen. Almeno lì si era a freddo, non si era entrati nel vivo della partita. La mancata rete del danese, invece, era nel pieno dell'enfasi della rincorsa partenopea. 

Eravamo al minuto 80, dunque allo scadere, con Ter Stegen impietrito e non ha potuto fare altro che accompagnare la traiettoria della palla con lo sguardo. Quel goal avrebbe potuto rilanciare la sua stessa storia in azzurro, in qualche modo, e in generale quella del Napoli che ha poi detto addio sia alla Champions League che al Mondiale per club

Il grande equivoco del calciomercato Napoli 

Invece ora Lindstrom si ritrova punto e d'accapo. Talentuoso, sì, ma incompleto in azzurro. Smarrito. Non c'è posizione per lui in questo Napoli. Trequartista, interno, esterno: con tre allenatori diversi non ha mai giocato con continuità e c'è sempre stato un rebus sul piazzamento. E' ovvio che sia stato parecchio penalizzato dall'annata buia in uno scenario sconcertante, ma anche in un contesto più sereno e coerente con la passata stagione il dubbio sarebbe rimasto. 

Lindstrom, Cajuste e Natan. Poi Mazzocchi, Ngonge, Traorè e Dendoncker. Tranne quest’ultimo che resta un oggetto misterioso e probabilmente lo sarà fino alla fine, abbiamo visto tutti all’opera. Chi di più e chi di meno e chi più apprezzato e chi meno. Tutti hanno una collocazione, un ruolo preciso nelle gerarchie, uno scopo. Lindstrom, nonché l’acquisto più grande del post scudetto, invece no. 

Non si mettono il dubbio la qualità del giocatore, ma l'utilità nel Napoli col 4-3-3. De Laurentiis si è battuto in conferenza per ribadire che si tratti di un esterno più che di un trequartista, ma allora bisognerebbe chiedersi perché prima con Garcia e poi con Mazzarri non sia stato mai seriamente alternato sulle fasce con gli altri giocatori.

La novità di Calzona, ma quale futuro per Lindstrom? 

Ieri Calzona lo ha piazzato eccezionalmente a destra aprendo a un nuovo scenario, non nuovo in carriera ma sì in maglia partenopea. Staremo a vedere nei prossimi mesi. Poi appuntamento in estate quando la questione, chiunque ci sia in panchina, andrà approfondita. La sensazione è che sia stata colta un'opportunità importante offerta dal mercato, ma senza considerare troppo l'aspetto strettamente tecnico. 

De Laurentiis lo ha preso, poi l'allenatore avrebbe dovuto plasmarlo e renderlo oro. Ma non tutti sono come Luciano Spalletti. Eppure anche lo stesso toscano non avrebbe potuto far miracoli dando la priorità al collettivo. Un po' come accaduto con Giacomo Raspadori. Meteora no, non sarebbe corretto nei confronti di Lindstrom. Ma equivoco sì. Questo può passare. Perché lo è in attesa di potenziali accorgimenti futuri. 

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