Bicchiere mezzo pieno ed un po'

14.09.2019
21:30
Gaetano Pantaleo

Napoli-Sampdoria, l'editoriale dopo la vittoria degli azzurri sulla squadra di Eusebio Di Francesco

Un primo tempo pirotecnico tra Napoli e Sampdoria che è partito sulla stessa, identica e pesante per le coronarie dei tifosi falsa riga delle gare contro Fiorentina e Juventus. Azzurri spaventosi (in senso positivo) in fase offensiva ed altrettanto spaventosi (stavolta con l’accezione negativa del termine) quando c’era da contenere le sfuriate di Quagliarella e compagni. Solo un Meret prodigioso ha permesso alla squadra di Ancelotti di difendere l’1-0 targato Dries Mertens fino all'intervallo: prima un miracolo sul colpo di testa di Ferrari sugli sviluppi di un corner, poi una parata spaziale a tu per tu con Rigoni in un contropiede, se è possibile, ancor più preoccupante di quello che portò al gol di Danilo all’Allianz Stadium di Torino. Situazione identica: calcio d’angolo, conclusione respinta e ripartenza in campo aperto, con la retroguardia schierata come peggio non si poteva.

Il problema evidenziato dai primi 45 minuti di gioco, pare, resta lo stesso nonostante il ritorno ad un 4-4-2 più lineare, con Lozano e Mertens in avanti e Callejon e Zielinski sulle due corsie. Il filtro del centrocampo è pressoché inesistente ed ogni pallone perso, in qualunque zona del campo, spalanca delle praterie per le ripartenze avversarie. Con questo atteggiamento e tali sbavature, pensare di affrontare Salah, Firmino e Manè e di uscirne con le ossa tutte intere è pura utopia. 

Napoli Sampdoria editoriale

Nettamente meglio le cose nella ripresa. Il gioiello Elmas è pian piano, come un vero diesel, salito in cattedra in mezzo al campo: grinta, muscoli, visione di gioco, dribbling ed una sfrontatezza rara da trovare in chi ha solo 19 anni. Ad agevolarlo, oltre alla crescita di tutti gli altri azzurri, il suo compagno di reparto, Fabian Ruiz, che ha pulito una quantità di palloni notevole e che ha dettato i tempi di gioco in maniera magistrale, da vero metronomo. Sufficiente la prova di Lozano, senza particolari picchi qualitativi ma con giocate che hanno denotato in maniera inequivocabile una classe sopra le righe ed un coraggio non da poco. Menzione, inevitabile, per Llorente: entrato al 64’, ha impiegato esattamente due minuti a risultare decisivo fornendo a Mertens l’assist per il definitivo 2-0.

Insomma, alla fine della fiera resta l’impressione di essere al cospetto di una squadra ancora migliorabile. Il bicchiere è indiscutibilmente mezzo pieno più che mezzo vuoto. Mezzo pieno ed un po’, se si considera che, nonostante tutte queste sbavature, questa squadra ha vinto due partite su tre in campionato ed è stata ad un passo dal concretizzare una straordinaria rimonta sul campo della Juventus, con i tre gol messi a segno in rapida successione vanificati solo dallo sfortunato autogol di Koulibaly a tempo quasi scaduto. 

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