"Io sono quello che detta i tempi": la lunga storia di Kums, il DJ delle serate folli della Ghelamco Arena

28.04.2016
21:00
Redazione

Che cosa hanno in comune Paul Okon, Par Zetterberg, Lorenzo Staelens, Vincent Kompany, Steven Defour, Milan Jovanovic, Thorgan Hazard, Dennis Praet e Sven Kums? Oltre al fatto di aver militato negli anni ed accumulato esperienza nella Jupiler Pro League, questi nove giocatori sono stati premiati dal quotidiano Het Laatste Nieuws con la Soulier d'Or. La Scarpa d'Oro (no, non quella che Higuain potrebbe vincere) destinata al miglior giocatore del campionato belga.

Ripercorrendo l'albo d'oro del premio, Kums è in buona compagnia: dal campionato belga in tanti hanno spiccato il volo verso campionati più prestigiosi a livello europeo, non ultimo Kalidou Koulibaly che, dal Racing Genk, si è imposto qui a Napoli come uno dei più affidabili centrali del campionato italiano. Il futuro di Kums, accostato alla maglia azzurra nelle ultime ore, potrebbe essere tuttavia in Spagna: il Siviglia ed il suo cervellotico direttore sportivo Monchi - riferiscono fonti belghe a CalcioNapoli24 - "lo han seguito più volte tramite scout, e lo stesso DS ufficiosamente non ha mai negato il suo interesse". Considerando che, nel suo ruolo, partirà Ever Banega allora è facile fare due più due: vedremo se il mercato seguirà questa logica.

Ma in tutto questo, che giocatore è Sven Kums? La prima curiosità sta nel...padre, Ludo, che ha un legame con l'Anderlecht ed il suo settore giovanile del quale è uno degli scout. Proprio all'Anderlecht il giovane Sven, nato nel Brabante Fiammingo ad Asse, mosse i primi passi nel settore giovanile. Furono anche gli unici, dato che non ha mai avuto la gioia di debuttare nella società biancoviola: "Sarebbe bello ritornare, ma non sono un tipo vendicativo. - raccontò Kums nel 2015 - Ho anche invitato Van Holsbeeck (l'allenatore dell'Anderlecht, ndr) al mio matrimonio perche mia moglie lo conosce e perchè mio padre gli ha fatto da scout".

Un'altra curiosità che riguarda il centrocampista del Gent sta nei suoi...infortuni: lo scorso anno, ad esempio, è stato fermo per tre mesi per un infortunio al ginocchio sinistro eppure non si è operato. Perchè? Ce lo dice lo stesso Kums: "Ogni giorno faccio esercizi e mi sento meglio, ma in tutta la mia carriera ho fatto così: dopo ogni allenamento faccio un'ora di esercizi per rinforzare i muscoli e stablizzare il ginocchio, per tre anni a Kortrijk ho fatto una cura di proteine combinata al lavoro finalizzato per mettere massa muscolare. Volevo giocare a centrocampo, il mio allenatore Vanhaezebrouck (nel 2010-11 a Kortrijk e dal 2014 al Gent, ndr) non mi riteneva abbastanza muscoloso e mi spostò sulla destra".

La vita di Sven Kums gli ha riservato gioie e dolori: lo scudetto belga vinto con il Gent, sì...ma anche un lutto familiare decisamente grave. Il 30 aprile 2015, tre giorni dopo un infarto durante l'amichevole tra le riserve di Lokeren e Genk, muore Gregory Mertens. Che di Sven Kums è il cugino, e al quale viene dedicata la vittoria della Soulier d'Or: "Con lo psicologo del club ho parlato di ciò che è capitato a Gregory. Quando accadde il tutto ero a casa, non potevo crederci: ogni sera accendevo una candela e pregavo con mia moglie" confidò Sven a Sport/Foot Magazine. "Prima della gara con l'Anderlecht il mio allenatore disse qualcosa su Gregory e scoppiai a piangere: giocai per lui, riuscii a trattenermi. Fui felice di vederlo per un'ultima volta, sono convinto che ci sia un'altra vita dopo la morte: spesso vedo cose in posti dove non sono mai stato, sono sicuro che siano esperienze di un'altra vita che ritornano sotto forma di flashback".

Che tipologia di giocatore è questo Kums, comunque? Uno dei nomignoli affibbiatogli, per la sua capacità di giostrare il pallone, è quello di "DJ delle serate folli della Ghelamco Arena". Capace di creare gioco davanti alla difesa, uno di quelli che in Spagna chiamerebbero 'mediocentro'. "Prima di tutto provo a rendermi disponibile a far giocare gli altri, a metterli nella posizione di essere decisivi" raccontò il calciatore a fine 2015, quando il Gent era ancora impegnato in Champions League. Faccia a faccia con il Valencia, con quel Dani Parejo a lui assimilato dall'allenatore Hein Vanhaezebrouck: "E' il nostro Parejo, sono sicuro che potrebbe giocare al top in Spagna. In Belgio è tra i migliori nel controllo del pallone". E di rimando Kums: "Io sono quello che detta i tempi della squadra", e non fa differenza che siano passaggi corti oppure lunghi (9.3 di media in Champions League, con l'80% di realizzazione. 4.7 tackle a partita, quasi 11 chilometri percorsi a partita ed il 36% dei suoi passaggi arrivati nella trequarti avversaria). 

Poteva migliorare ancora l'Iniesta della Ghelamco Arena - come viene definito dalle parti della città di Gand? Certo. Doveva farlo sotto porta, e quest'anno si è consacrato anche sotto questo aspetto: 16 gol in 48 partite, ed è un centrocampista che - riferiscono a CalcioNapoli24 fonti belghe - "potrebbe tranquillamente fare il paio con Jorginho in mezzo al campo: organizza il gioco e gestisce il ritmo del match".

Nel 2000 un giovane Kums, allora dodicenne imberbe, mise in casa il primo trofeo al Parc des Princes di Parigi: miglior giocatore della Coppa Danone, sebbene la finale il suo Anderlecht la perse contro il Boca Juniors. E' ancora nel soggiorno dei suoi genitori, Ludo e Lydia, a Dilbeek: "A prescindere dai complimenti, spesso riteniamo che Sven sia sottovalutato in Belgio" raccontò la mamma dopo la vittoria della Scarpa d'Oro belga. Con la sorella Caroline (ne ha anche un'altra, Maaike, ed un fratello di nome Kevin) a confermare il tutto: "In Belgio nessuno si accorse del suo rendimento ai tempi dell'Heerenveen. E allo Zulte Waregem giocò all'ombra di Thorgan Hazard"

Kums è stato paragonato ad Andrea Pirlo per la qualità del suo gioco in mezzo al campo ma lo stesso belga, in realtà, preferisce altro: "Preferisco Xavi o Iniesta, lo stile spagnolo è più aggressivo: non voglio andare via a tutti i costi, ma soltanto per una destinazione che mi permetta di crescere sportivamente e a livello finanziario. Perchè andare al Norwich e prendere tre volte tanto? Preferisco giocare la Champions al Gent, se potessi scegliere direi la Spagna". 

Il problema, almeno nel mese di gennaio, risiedeva nella valutazione fatta dal direttore tecnico del KAA Michel Louwagie: 20 milioni di euro. Cifra che, in fin dei conti, forse non stava bene nemmeno allo stesso Kums: "La società ha il diritto di chiedere una grossa cifra, ma è eccessivo. E non c'entrano le cifre che girano nelle altre squadre di Champions...". Fonti dal Belgio riferiscono a CalcioNapoli24 che una valutazione più reale si aggira attorno agli 8-10 milioni di euro, ma c'è da fare comunque i conti con la volontà del Gent che, attualmente, è secondo nei playoff scudetto a tre punti dal Bruges. Considerando la situazione difficile di Mirko Valdifiori, una sua eventuale partenza potrebbe liberare lo spazio adatto per un arrivo di Sven Kums. Il DJ della Ghelamco Arena, in grado di far ballare anche il San Paolo. In memoria del cugino Gregory, che rivivrebbe nel nome sul retro della maglietta di un altro Mertens, il suo connazionale Dries.

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