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Acerbi esagera: "L'accusa di razzismo è stata peggio della malattia! Sarei finito come uomo"

29.03.2024
08:40
Redazione

Altre dichiarazioni di Acerbi dopo la vicenda con Juan Jesus e le accuse di razzismo

Le dichiarazioni di Francesco Acerbi al Corriere della Sera hanno già fatto il giro del web. Rompendo il silenzio durato diversi giorni, il difensore dell'Inter è tornato a parlare della vicenda che lo ha coinvolto e della sentenza di assoluzione dopo i presunti insulti a Juan Jesus.

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Com'è noto, Acerbi in passato ha combattuto contro il tumore. Dopo le accuse di razzismo, gli hanno chiesto se è stato più complicato gestire questa vicenda rispetto alla malattia. Acerbi ha risposto: "Non c’è paragone, quella in confronto è stata una passeggiata, non ho avuto paura. Invece l’accanimento atroce che ho visto nei miei confronti in questi giorni mi ha ferito. Ho fatto tanto per togliermi l’etichetta che avevo quando ero più giovane e diventare un esempio di costanza e professionalità e ho rischiato di perdere tutto in un attimo".

Ha temuto per il prosieguo della sua carriera? "Se ti danno dieci giornate e passi per razzista cosa fai? Poteva succedere qualunque cosa: sarei stato finito non come calciatore, che mi interessa fino a un certo punto, ma come uomo. Tutti avevano già emesso la sentenza prima ancora che uscisse. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. E che non intendo sminuire nemmeno un po’: voglio che sia chiaro".

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