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Acerbi insiste: "Non sono mica razzista, qui il razzismo non c'entra niente! Pensate che il mio idolo era Weah"

29.03.2024
08:20
Redazione

Acerbi insiste, la sua difesa contro le accuse di razzismo

Le dichiarazioni di Francesco Acerbi al Corriere della Sera hanno già fatto il giro del web. Rompendo il silenzio durato diversi giorni, il difensore dell'Inter è tornato a parlare della vicenda che lo ha coinvolto e della sentenza di assoluzione dopo i presunti insulti a Juan Jesus.

Acerbi: non sono razzista

Tra le altre cose, hanno chiesto ad Acerbi un commento sul razzismo nel calcio italiano e lui ha risposto: "Ma questa non è lotta contro il razzismo, non c’è stato nessun razzismo in campo e io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah e quando mi fu trovato il tumore ricevetti una telefonata a sorpresa da lui che ancora oggi mi emoziona".

Se non è lotta al razzismo, allora cos’è? "Si sta solo umiliando una persona, massacrando e minacciando la sua famiglia, ma per che cosa? Per una cosa che era finita in campo e nella quale il razzismo non c’entra nulla. Il razzismo purtroppo è una cosa seria, non un presunto insulto".

Il giornalista insiste, facendogli notare che il campo non dovrebbe essere una zona franca per dire tutto. Acerbi risponde: "Non dovrebbe esserlo, ma si sente un po’ di tutto, anche se ci sono quaranta telecamere. Se l’arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente, dovrebbe correre con lo zaino. Però finisce sempre lì, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri".

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