Giampaolo: "Mi sarebbe piaciuto se Sarri con il Napoli avesse vinto, era la perfezione del calcio. Alla Juve farebbe bene"

23.05.2019
09:20
Redazione

Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Eccone alcuni estratti: 

La Juventus per il dopo Allegri sta pensando a Sarri. Le piace come idea? 

«Sarebbe il riconoscimento del valore del lavoro. Con Sarri in panchina la Juventus sottoscriverebbe una sorta di discontinuità con il passato: finora ha vinto con una squadra organizzata individualmente, mentre con Sarri proverebbe a farlo con un’organizzazione collettiva e con i dogmi di Maurizio. Lui scompone le situazioni di gioco, sia la fase di possesso sia quella di non possesso; è simmetrico nel modo di pensare e ha un’idea di calcio che per essere portata a compimento ha bisogno di una didattica che deve essere recepita da tutti, altrimenti la proposta di lavoro non va come dovrebbe. E’ uno dei migliori d’Europa». 

 

Sarri a Torino avrebbe successo secondo lei? 

«Nel calcio si può vincere in più modi. Un club deve scegliere in base al momento che attraversa, ai calciatori che ha, a come vuole utilizzarli, ma anche in base alla sua cultura e alla sua storia. Alla Juve Sarri farebbe bene anche perché le partite non le vincono gli allenatori, ma i giocatori forti. Un tecnico mette un’idea di gioco, però in campo vanno i suoi uomini. La Juve ha vinto per manifesta superiorità grazie alla capacità di Allegri di gestire il gruppo, alla sua ironia e alla sua intelligenza. Non tutti sarebbero stati in grado di farlo». 

 

Tiferà per Sarri nella finale tra Chelsea e Arsenal? 

«A Torreira voglio bene perché è un ragazzo straordinario, umile e mi manda sempre messaggi di ringraziamento, ma sarebbe bello che l’Europa League la vincesse Sarri perché conosco il suo percorso professionale, le qualità del suo lavoro e mi sarebbe piaciuto se avesse vinto qualcosa già con il Napoli, che era quasi la perfezione delle sue idee calcistiche. Il Chelsea non è ancora quello che deve essere, ma vedergli alzare la Coppa sarebbe il premio per un tecnico partito da lontano, che si è costruito sacrificio dopo sacrificio, bastonata dopo bastonata». 

 

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