Mora: "De Laurentiis e Conte sono stati perfetti in un aspetto. Nel Napoli c'è un giocatore non pronto"

24.04.2025
18:20
Redazione

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nicola Mora, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Torino. Di seguito, un estratto dell’intervista da nota stampa.

In ottica scudetto, affrontare queste cosiddette “piccole” rappresenta un’insidia. Il Napoli, a partire da domenica, sfiderà il Torino. Che partita si aspetta? 

“Nessuna partita è facile, soprattutto alla fine del campionato, quando ci sono obiettivi importanti in gioco e le partite rimaste sono poche. Chi lotta per salvarsi ha una marcia in più, ma il Napoli ha motivazioni ancora più forti e concrete. Quella contro il Torino sarà una sfida difficilissima, come lo è sempre giocare al Maradona. Dopo il ‘regalo’ dell’ultima giornata, il Napoli deve affrontare la partita nella maniera giusta. Non mi aspetto una gara semplice, come non lo è stata quella contro il Monza. Alla fine, però, credo che il Napoli riuscirà a spuntarla. Questi tre punti possono essere uno spartiacque in questo rush finale.” 

I calendari ingannano, ma alla fine conta la tenuta mentale. Secondo lei, chi la spunterà in questa lotta di nervi: chi è più forte o chi è più motivato? 

“Chi riesce a isolarsi da tutto sicuramente. Io ho sempre detto che il Napoli era favorito, ma non tanto per la rosa, perché quella dell’Inter è più completa. Il punto è mentale. L’Inter sembrava lanciata: veniva da tre competizioni, aveva appena eliminato il Milan in Coppa Italia, era una squadra forte. Ma poi una sconfitta può cambiare tutto, insinuare nervosismo. Giocare ogni tre giorni pesa. Ecco perché il Napoli era visto da tutti noi come favorito: meno pressione, più tempo per preparare le gare. L’Inter ha due scontri diretti, contro Roma e Lazio, che non saranno semplici. Il Napoli, invece, ha il vantaggio di poter ragionare partita per partita.” 

Conte ha fatto un lavoro anche psicologico su squadra e piazza. Ha scelto il silenzio dopo la scomparsa di Papa Francesco, ma prima aveva acceso i toni. Ha fatto bene o ha rischiato di esagerare? 

“Non credo sia stato un clima di tensione negativa, ma piuttosto di alta concentrazione. Conte ha creato uno spogliatoio compatto, e non si è perso nemmeno dopo le dichiarazioni forti pre-Monza. Perdere Kvaratskhelia a gennaio e non sostituirlo ha pesato. Conte lo sapeva: Monza non era una passeggiata, e gli è scappato un pizzico di rabbia. Ma glielo possiamo concedere. Il lavoro fatto fin qui è straordinario. Il clima nello spogliatoio è quello giusto. Domenica sarà un turno chiave, forse più di quello scorso. Giocare prima dell’Inter dà al Napoli la possibilità di pensare solo a sé stesso: questo è merito di Conte.” 

Da ex difensore, le è piaciuta la prestazione di Rafa Marin contro il Monza? 

“Non mi è dispiaciuta, anche se penso che sia un ragazzo che ha bisogno di fiducia. Non so quanta fiducia Conte gli riservi, considerando che ha davanti due titolari come Buongiorno e Rrahmani. Marin ha mostrato qualche carenza, è ancora acerbo. A Monza ha fatto il minimo indispensabile, ma non ha avuto grossi grattacapi. Non credo sia un prospetto pronto per il futuro del Napoli. Conte ha detto chiaramente che per vincere servono giocatori pronti, non solo giovani promesse. Marin ha qualità, viene da una grande scuola, ma al momento non è pronto.” 

Con l’infortunio di Neres, Conte potrebbe tornare alla difesa a tre e proporre Raspadori con Lukaku davanti? 

“Raspadori con Lukaku, secondo me, è l’unica certezza contro il Torino. Vedremo se Conte tornerà al 3-5-2 oppure userà il 4-4-2, con McTominay largo a sinistra, pronto a supportare le punte in fase offensiva. Sono due soluzioni già sperimentate, che hanno dato risultati. Conte deciderà in base alla condizione settimanale dei suoi. Non sarà una settimana tipo come a ottobre: c’è da gestire la fatica e anche l’approccio psicologico. Solo domenica capiremo cosa ha deciso.” 

In questo momento, chi comunica meglio all’interno dell’ambiente Napoli: De Laurentiis, che cerca di smorzare i toni, o Conte, che tiene alta la tensione? 

“Credo che entrambi abbiano gestito la comunicazione in modo perfetto. De Laurentiis ha parlato poco, ma nel modo giusto, come aveva fatto nell’anno dello scudetto con Spalletti. Conte, invece, ha usato lo sfogo prima di Monza per distogliere l’attenzione da una gara che sembrava facile, ma non lo è stata. Sul campo, infatti, si è visto quanto il Napoli abbia faticato. Finora è stato tutto gestito in maniera eccellente, sia sul piano tecnico che comunicativo. Ora serve unità: è una guerra di nervi, ma il Napoli ha il destino nelle proprie mani.” 

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