Pistocchi: "Lascio Mediaset, rapporto compromesso nel 2017. Nessuno ha mai smentito un veto della Juventus su di me, il loro capo della comunicazione..."

23.04.2021
12:20
Redazione

Maurizio Pistocchi ha annunciato che è finita la sua esperienza professionale a Mediaset. Il 30 giugno è il suo ultimo giorno di lavoro, come racconta in una intervista al Corriere della Sera.

«Anche la storie d’amore belle finiscono, la mia con Mediaset è durata tantissimi anni, ma il rapporto per tanti motivi era stato compromesso da quello che era successo nel 2017»

Rimaniamo al passato, si dice che la Juventus avesse posto un veto sul suo nome, che fosse sgradito e quindi è stato messo in un angolo...

«Nessuno ha mai smentito questa ricostruzione, quindi evidentemente era vera. Certo è perlomeno strano che un’azienda preferisca pagare dei collaboratori esterni piuttosto che utilizzare un suo dipendente “storico” come è successo negli ultimi 4 anni. E comunque mi meraviglia che un giornalista che si occupa di un aspetto importante ma tutto sommato marginale nella vita sociale ed economica del Paese sia ritenuto così pericoloso da dover essere epurato»

C’erano state delle avvisaglie?

«Nel 2013 Brachino disse a me e a Paolo Ziliani che Andrea Agnelli gli aveva chiesto di toglierlo dai programmi: non so se fosse una boutade, ma l’anno dopo, una mail della segreteria il 13 agosto mi comunicò che non avrei più partecipato ai programmi sulla Champions, dopo che l’allora direttore dello sport, oltre ad avermi richiesto progetti di programmi, si era complimentato con me per l’ottimo livello dei commenti al mondiale di calcio in Brasile. Non è un mistero inoltre che Albanese, capo della comunicazione della Juventus, abbia più volte fatto pressioni per ottenere l’allontanamento di giornalisti “scomodi”»

Il giornalismo sportivo è succube del potere?

«Una delle grandi anomalie del calcio italiano è che la Juventus è la squadra più importante del nostro campionato, ma è anche proprietà di un’azienda che investe in pubblicità oltre 100 milioni di euro su radio, tv e giornali. Con un investitore tanto importante è inevitabile che ci sia chi ne tiene conto»

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