
"Se non ti vendiamo, falliamo!", Fabio Cannavaro racconta l'addio al Napoli: "Sognavo di diventare una bandiera"
Ultime notizie SSC Napoli - L'ex difensore e attuale allenatore Fabio Cannavaro si è raccontato a Muschio Selvaggio, podcast condotto da Fedez:
"Ricordo gli anni di Maradona, lo stadio era stracolmo. Ero in campo per fare il raccattapalle, si sono viste cose incredibili perché all'epoca non c'erano i sediolini e in un metro di gradone c'erano almeno tre persone. I fischi che ho sentito nel corso del match col Real Madrid mi rimbombano ancora nella testa. Io vengo dalla Loggetta, a pochi metri dallo stadio. Sono uno dei pochissimi che può dire di aver giocato sia fuori al Maradona che dentro.
Addio al Napoli? È sempre stata un po' quella cosa che mi son portato dietro. Facendo tutte le giovanili nel Napoli. Arrivai in prima squadra, il sogno era diventare la bandiera del Napoli. Avevo vent'anni, Ferlaino mi chiamò e mi è stato detto "Se non ti cediamo in due giorni, rischiamo di fallire, poi dopo la colpa è tua". Immaginate come possa sentirsi un ragazzo dopo queste parole, avevo vent'anni ed era una responsabilità. Mi dissero che sarei andato all'Inter, ma poi non si fece nulla e andai al Parma. Sotto casa trovai tantissime persone che mi chiedevano di restare. Sarebbe stata una bella storia, ma è andata in maniera diversa. In gialloblù ho trovato dei veri e propri fuoriclasse: in difesa ero tranquillo perché con me c'erano Thuram e Buffon".