Serie A, l'ad De Siervo: "In Italia c'è un enorme problema stadi! Vi spiego il motivo della Supercoppa all'estero. Sulla pirateria e il VAR dico..."
Luigi De Siervo, AD della Lega Serie A, è intervenuto al Social Football Summit 2024. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24:
"Non guardiamo, noi di Serie A, solo alle altre leghe di calcio. Ma anche a Netflix, NBA, ecc. Perché i competitors sono come usufruisci del tempo libero, non solo le altre leghe. Abbiamo un campionato incredibile: sei squadre in due punti in testa alla classifica, otto in 4 punti in fondo. Abbiamo portato a casa 4 differenti vincitori dello scudetto negli ultimi 5 anni. Poi abbiamo cambiato il format del campionato di andata e ritorno che non si ripetono. Un calendario customizzato per tutte le squadre che giocano in Europa. Stiamo gestendo tante cose, il campionato è una cosa cara a tutti noi. Il calcio è e resta un grande romando popolare. Siamo il campionato che investe di più in tecnologia, dal VAR al fuorigioco semiautomatico e tutti gli elementi tecnici che consentono al prodotto di essere più credibile.
Centro di Lissone? Bisognava connettere tutti gli stadi con le immagini, lo sforzo tecnologico è stato scegliere questo luogo tra Monza e Milano, in un punto dove c'è una sala con le divise sale VAR. Del più alto standard possibile al mondo, con 8 postazioni. I tecnici dell'AIA possono affrontare la decisione senza essere sotto pressione: un contesto perfetto. Questo ci ha consentito di sviluppare uno studio di produzione a tutti gli effetti: abbiamo 80 colleghi che vivono la struttura nel weekend e non fanno solo la regia, ma anche creare un'idea di prodotto. In un contesto difficile, visti gli stadi fatiscenti e le difficoltà di riprese.
Premier League? C'è distanza per colpevole ritardo del passato della Serie A. Parto dai diritti tv: c'è il fenomeno della pirateria qui che incide, sembra quasi un vanto ma è deplorevole. Poi l'estero: gli inglesi sono stati i primi a vedere che potevano arrivare investimenti da Paesi ricchi. Ed è diventato il luogo che attraeva investimenti e capitali. Hanno pulito gli stadi e li hanno ristrutturati: in questo Paese la burocrazia la fa da padrone. Si sta facendo un ottimo lavoro in questo Governo per semplificare. Avete visto lo stadio dell'Atalanta cos'è diventato. I medio-piccoli ci arriveranno. Resta il problema degli stadi di Roma-Lazio, Inter-Milan, che sono la casa di quattro squadre dell'alto della classifica. Questo elemento è differenziante. Non incide solo sul fatturato, al Parco dei Principi tre ore dopo la partita sei ancora lì a mangiare. C'è una modalità di approccio all'evento sportivo completamente diversa. Molto più simile alla F1. Per competere con le leghe che ci sono davanti servono regole, tecnologia e parte sportiva, ma anche il contesto. Che sono gli stadi, quello è il gap vero che abbiamo. Per fortuna, il pubblico negli stadi sta raggiungendo standard che non vedevamo da 35 anni: gli stadi sono finalmente pieni. Resto ottimista, ma dobbiamo colmare i gap che abbiamo trovato.
Supercoppa italiana? Molti non capiscono perché la giochiamo all'estero: cosa fanno NBA e NFL? Cercano di acquistare nuovi mercati giocando in tutto il mondo, anche in Europa. Lo fanno con successo, questa cosa paga e produce risultati. Non capisco quale sia lo scandalo per cui l'Italia non può fare lo stesso. Tra l'altro sono ottant'anni che avviene. Si è fatto anche in Libia! Ma noi non facciam politica, cerchiamo di impollinare nuovi gruppi di tifosi. Andiamo in Middle-East, tutti malati di calcio, sono estremamente giovani: oltre il 50% della popolazione dell'Arabia Saudita ha sotto i 25 anni. In passato una gara, la finale, non era sufficiente per avere un momento di attenzione. Lì ci sono eventi importanti ogni giorno, il formato con le due semifinali e una finale, si ottiene che la qualità di calcio migliore del nostro Paese può essere espressa in quel contesto. Faremo un pacchetto per i tifosi a cifre competitive per portare i tifosi italiani lì, circa 800/1000 italiani per ogni gara. Mantenendo vivo il contatto con le tifoserie organizzate. Questo consentirà di correggere e migliorare un elemento che abbiamo notato l'anno scorso. Tra gli impegni che ci siamo presi, un altro elemento di novità importante con la tecnologia, è che inizieremo a sottoscrivere un accordo con tutte le squadre per il riconoscimento facciale. Certo, d'accordo con la privacy, ma quando si entrerà allo stadio, poggiando il biglietto sul lettore ottico, c'è una telecamera che fa una foto e associa quel volto a quel nome a quel posto. Resta a disposizione potenziale per le forze dell'ordine su server criptati. Per ululati razzisti o scontri, dobbiamo saper tutti che viviamo in un contesto dove la libertà personale finisce quando non si rispetta quella altrui. Si può urlare allo stadio, ma non bisogna superare certi parametri. Questo sarà fondamentale per il futuro, per rendere il prodotto calcio sempre più idoneo ad esser condiviso. Ci siamo inventati Keep Racism Out qualche anno fa, è molto importante per noi. Siamo riusciti a inserirlo nel videogioco di EA, che ringraziamo: una maglia nata da un'idea è diventata una maglia con cui 7 milioni e mezzo di persone hanno giocato una partita. Questo dimostra che il pubblico è più avanti di noi. La indossano i ragazzini quando entrano in campo e a fine gara gli viene regalata!
Un sogno che vorrei vedere in Serie A? Vado un po' controcorrente, abbiamo dei big che stanno esplodendo: dobbiamo solo saper aspettare. Dico Yildiz per fare un esempio. Non siamo la Serie B della Premier: da noi si impara a giocare! Due giorni fa a San Siro vi rendete conto di cosa c'era fra Italia e Francia? Un gran parco di giocatori che giocano in Italia. Un passaggio obbligato è la Serie A per un grande giocatore. Con i nostri tecnici si fa un lavoro formativo. Costruiamo ed esportiamo allenatori, da Ancelotti a Ranieri e Sarri e Conte. Siamo un Paese che produce e insegna calcio, lo fa a tutti i livelli. I campioni del domani oggi giocano in Italia".