Tommasi: "Calciatori abituati alle minacce: quasi sempre arrivano dai tifosi delle loro squadre"
«Il calciatore si è abituato al fatto che se gioca male sia normale ricevere minacce e pressioni. Più della metà degli episodi di violenze e minacce è dovuto ai tifosi della propria squadra». Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, non ha nascosto davanti all’Antimafia i problemi del calcio italiano, come riporta Il Corriere della Sera. «Un altro dato è che quasi la metà dei casi avviene nel mondo dilettantistico — ha aggiunto Tommasi —. I calciatori sono troppo spesso impreparati alla gestione di certi fenomeni». Tommasi ha anche ricordato i casi di calciatori chiamati a discutere sotto le curve in momenti paricolarmente caldi. «Volevamo come prima sanzione la squalifica per rapporti tifosi-calciatori, sarebbe un buon deterrente. Spesso i giocatori tollerano determinati episodi purché non ci siano aggressioni». Tommasi si è anche soffermato sul fenomeno delle partite truccate che incide spesso su eventi di violenze e minacce sottolineando la situazione nella serie D, «dove si verificano più di un terzo dei casi di minacce e aggressioni. In questi campionati, non c’è visibilità dell’evento e fioccano le possibilità di scommesse». La presidente dell’Antimafia Rosy Bindi ha poi ricordato che l’obiettivo di questo filone dell’inchiesta sulle mafie è «rendere tutti i soggetti sportivi consapevoli dei rischi che l’ignoranza o la sottovalutazione del fenomeno comportano e trovare insieme nuovi strumenti per tutelare le società sportive da aggressioni di qualunque tipo».