Uefa, Uva: "I disordini creati dai tifosi dell’Eintracht? Il calcio subisce spesso i mali della società"

21.03.2023
21:50
Redazione

Il commento di Uva

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Michele Uva, direttore ‘Football e Social Responsability UEFA’

La sostenibilità nel calcio? Il mio libro affronta questo argomento per spiegare al tifoso cosa avviene fuori dai 90 minuti di campo. Mettere insieme diversi elementi fuori dalla partita è quello che dà il successo sportivo. Il mettere insieme le pratiche degli undici capitoli dovrebbe dare la società perfetta. Una delle bellezze del calcio che è oggetto di socialità tutti i giorni. Ci sono delle buone pratiche che portano a successi sportivi e stabilità economica. La bellezza è dire che il Napoli col quinto monte ingaggi vince il campionato. Sviluppando altri fattori che sono all’interno di una società si riesce a vincere non avendo il più alto monte ingaggi. Ci sono società in controtendenza che con lo scouting di Giuntoli e De Laurentiis trovano talenti che vengono valorizzati in campo da un team. Si vince sempre in gruppo, vince sempre la squadra. Vince chi sta in panchina, chi in tribuna e chi gestisce biglietteria, stadio e settore giovanile. Le tre italiane ai quarti di finale di Champions League? La credibilità ha un impatto sui valori delle società e dei diritti. Io non mi deprimo nel momento della difficoltà e non mi esalto nel momento dell’euforia del risultato sportivo. La credibilità di un prodotto soprattutto all’estero ha un principio globale, deve funzionare il campionato intero, la singola squadra traina ma non è determinante per il complessivo. Non posso giudicare i risultati delle squadre italiane, perché lavorando in UEFA devi essere equidistante, ma quando sei italiano e le cose vanno bene sei contento. La vittoria del campionato di quattro squadre diverse negli ultimi anni? La competitività sportiva è indispensabile, questo dipende dal campo e non è programmabile. Diffonde entusiasmo nei tifosi che sono la parte centrale del calcio che finanziano il calcio con la propria passione. Ci si deve prendere cura dei tifosi e del calcio. I disordini creati dai tifosi dell’Eintracht Francoforte? Il calcio è vittima di quei soggetti perché sono soggetti che in ogni caso hanno un atteggiamento violento, non lo diventano col calcio. Il calcio per essere credibile deve allontanarli il più possibile da sè. Bisogna allontanare la discriminazione raziale e di tutti i generi. Il calcio subisce spesso i mali della società, non li genera. Ma deve essere parte attiva, propositiva e forte per allontanarli dagli stadi”.

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