Italia, Conte: "Visto? Non è stata una gara facile con l'Azerbaigian. Andremo in Francia per dar fastidio a tutti"
"All'Europeo andiamo per arrivare in vetta: bisogna sempre essere ambiziosi". Antonio Conte ha appena finito di urlare alla nazionale, dalla panchina di Baku, le sue indicazioni per la vittoria, e di abbracciarla poi una volta conquistato il posto a Euro 2016. E subito guarda avanti. La Norvegia martedì a Roma va battuta per "onorare la qualificazione" ma anche per essere primi e nel complicato calcolo dei ranking rimanere testa di serie in Francia. "Per la Fifa siamo dietro di loro in classifica, per la Uefa e per il nostro girone davanti...", nota polemico Conte, che i conti dunque li ha fatti.
Conte, no limits - Soprattutto, non pone limiti alla sua nazionale. "Sappiamo benissimo che ci sono nazionali molto forti, ma con il nostro lavoro e la qualità che abbiamo possiamo giocarcela", la linea fissata dal Ct. "Non mi va di dire se siamo da prime quattro o da prime dodici: non credo alle classifiche sulla carta, sono fatte per essere smentite: però andiamo in Francia per dare fastidio a tutti - dice - Spero, anche conto, di poter lavorare bene a fine campionato per creare una piccola macchina da guerra. Voglio rendere gli italiani orgogliosi di noi all'Europeo: e questo vuol dire non solo vincere, ma giocare, divertire, essere intensi". "La qualificazione sembrava facile e invece facile non è stata", puntualizza il ct riavvolgendo il film della qualificazione. Per dirla con le parole del presidente Figc, Carlo Tavecchio, "eravamo sotto esame tutti, e siamo stati promossi". Sono le stesse parole dette alla squadra negli spogliatoi, dove Tavecchio ha festeggiato con Conte e la squadra. "Abbiamo superato il primo esame", il saluto ai giocatori di Tavecchio che ha chiamato l'applauso della squadra per il commissario tecnico.
Si sta creando un gruppo - "Non mi sento assolutamente solo: ho i giocatori, lo staff, il presidente - aggiunge Conte, allontanando i fantasmi dei giorni più inquieti - si sta creando un gruppo, fondato sui rapporti umani e sul lavoro: è la cosa più bella". Intanto la qualificazione offre l'opportunità di nove mesi di lavoro senza pressioni. "Non so se ora avrò una vita più serena, anche perché la mia storia parla chiaro: difficilmente dall'esterno ho mai avuto grandi appoggi. Però - prosegue - ho sempre fatto di questo la mia forza, ho sempre tratto linfa da questo tipo di situazione. Per me la stella polare resta il lavoro: lavoro tanto, è un buon lavoro, e questo mi basta".
Un'Italia duttile - La dimostrazione della capacità di adattamento del gruppo di Conte è la serata di Baku, dove la sua Italia è tornata al 4-2-4 dei primi tempi juventini: "Non era una gara semplice, l'abbiamo fatta diventare così noi: siamo stati aggressivi e compatti, questo mi piace molto. Dispiace per il gol subito, meglio vincere senza: ma abbiamo dimostrato di poter giocare con più moduli".