Corbo: "Si convinca, può far tremare la Juve: Sarri, così bravo quando allena, incauto quando parla"
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Sono tornati insieme. Nella stessa serata si rivedono Juve e Napoli. La capolista in versione classica, arida nel gioco e fortunata nel risultato. Deve la vittoria di Palermo all’autorete del celebre Edoardo Goldaniga, proveniente dal glorioso Pizzighettone. Così difende il primato. L’Italia del calcio attende poco più di un’ora nell’immenso stadio virtuale di Sky per ammirare il Napoli nel suo ritrovato splendore. Un successo importante se Sarri saprà meglio difendere il suo formidabile lavoro e la squadra riequilibrata dalla campagna estiva: piuttosto che brontolare, scaricando le magagne tattiche di Genova sul rigore negato, creda solo e di più nel Napoli attuale. Il geniale ma collerico artigiano toscano non si accorge di aver costruito nel tempo la sola squadra che possa competere per lo scudetto con la Juve, oscurandola poi nel gioco. Peccato che la reazione dopo lo scadente pareggio con il Genoa abbia aperto uno squarcio all’interno dello stesso club. Ha sollecitato quel tweet dalla Cina con il duro richiamo del presidente: mai più, ordina De Laurentiis, parlare di arbitri; semmai ricordare i costi per rendere il Napoli più competitivo. Inevitabile scorgere due posizioni diverse tra presidente e allenatore: nel contrasto si infilano i ragazzi delle Curve, con un altro messaggio obliquo. “Sarri uno di noi“. Come dire: siamo con Sarri e non con lui. Il Napoli non vince con autoreti di ex campioni del Pizzighettone. Impone la superiorità tecnica, il possesso palla, il ritmo ad un appannato Chievo. Riflessione: è così difficile tenersi lontano da oziose polemiche e vincere tutte le emozioni di una fantastica serata, con Gabbiadini che ritrova gol e applausi, con Hamsik che raddoppia con il suo centesimo gol, con la Juve che deve nascondere il rossore di chi vince per grazia ricevuta? Deludente il Chievo. Promette molto, ma non realizza per per limiti di struttura. Troppo pesante negli uomini chiave contro un Napoli fluido nel recitare brani mandati ormai a memoria. Birsa, il modesto rifinitore, si applica su Jorginho. Un solo tratto non basta a fermare il Napoli, che traccia altre linee di uscita: il dilagante Zielinski a destra avvia il gioco con la collaborazione di Maggio che scorrazza sulla fascia, dove invece tramonta Callejòn. A sinistra le nuove magie: Hamsik e Insigne scoprono un’oasi felice sul centrosinistra: non li marcano il pesante mediano Castro, né il più cadenzato centrale Radovanovic, né il valido Cacciatore interessato più a battere la destra del Chievo che a marcare Insigne. Hamsik da sinistra manda a rete Gabbiadini con la sponda di Callejon che dalla destra rimette al centro per il gol che finalmente risolleva il bomber triste. Di pari pregio l’assist di Insigne per lanciare Hamsik tra Cesar e Dainelli, fermi come sentinelle in garitte distanti. Davvero un bel Napoli. Gli è più facile dominare gli avversari che se stesso. Così ingenuo da creare polemiche e farsele scoppiare tra le mani. Così Sarri, bravo quando allena, incauto quando parla.