Napoli, le formule di De Nicola fuori e dentro al campo: "Koulibaly una gazzella, Hamsik capitano in tutto. Maggio veterano del mangiar sano, con Milik così evitiamo le ricadute"

26.05.2018
18:50
Redazione

Lo staff medico del Napoli, rivela a Il Mattino, i segreti dei campioni azzurri. La formula di De Nicola, capo staff medico del Napoli, applicata fuori e dentro

Lo staff medico del Napoli, rivela a Il Mattino, i segreti dei campioni azzurri. La formula di De Nicola, capo staff medico del Napoli, applicata fuori e dentro al campo per far rendere al meglio i calciatori del Napoli.

Maggio, veterano del mangiar sano

Quando si arriva a 35 anni e si è ancora competitivi sui campi di serie A funzionano due elementi: testa e cuore. Christian Maggio saluta gli azzurri dopo 10 stagioni ad altissimi livelli. Già capitano, baluardo della difesa, si è sempre fatto trovare pronto a ogni chiamata di Sarri e ha chiuso l’esperienza in azzurro contro il Crotone con il classico inchino alla curva: 308 presenze e 23 gol. Nel palmares due Coppe Italia e una Supercoppa. Merito (anche) della grande attenzione all’alimentazione. «Aiuta a rendere di più e previene gli infortuni», dice Alfonso de Nicola, capo staff medico del Napoli. «Con Edoardo de Laurentiis, quest’anno siamo stati molto attenti alla materia prima, coinvolgendo produttori e distributori, e abbiamo avuto un cuoco dedicato». Nel menu, uova ridotte rispetto all’era Benitez, pesce azzurro, spigole e orate, tonno di Cetara, meno salmone. «Tramite gli esami del sangue, che una persona in buona salute deve fare una volta all’anno, abbiamo controllato e integrato i valori di vitamine come la B12 e la D. Per la C, prima e dopo gli allenamenti, frutta biologica di stagione negli spogliatoi».

Koulibaly, veloce come una gazzella

Il gigante di pietra corre come una gazzella, a falcate che sembrano rimpicciolire il campo. Proprio per questo «buca» spesso l’area di rigore avversaria. E semina il panico. Velocità e classe. E agilità. Ne sanno qualcosa i sette volte consecutive campioni d’Italia: il 22aprile, al 90esimo,Kalidou decolla a 2.48 metri e fulmina Buffon ,e Allegri , complicando, in quel momento, i sogni di gloria bianconera riaprendo la sfida scudetto. Il nome di Koulibaly è tra quelli dei «23 leoni» convocati dal ct del Senegal per i Mondiali in Russia. Del resto, la sua sagoma è una muraglia difensiva che difficilmente perde un contrasto. «Prima si pensava che la prevenzione degli infortuni fosse il risultato di un grande lavoro di preparazione fisica e atletica. Poi ci si è resi conto che è importante la preparazione al gesto tecnico, da compiere innanzitutto in modo ergonomico, utilizzando meno energia possibile, con rapidità, usurando meno certe strutture». Un principio, spiega De Nicola, che vale anche per l’uomo della strada: «Camminare male porta, ad esempio,a una infiammazione delle cartilagini. Esercizi posturali vanno praticati a qualsiasi età. Non è ma itroppo tardi».

Hamsik, capitano dello stile di vita

Lo slovacco napoletano si è cucito sul braccio la fascia di capitano e sul cuore la bandiera del Napoli. Le sirene d’oriente attirano Marek Hamsik verso la Cina, ma il regista azzurro dei record, 120 gol in 501 partite, potrebbe ripensarci con l’arrivo in panchina di Carlo Ancelotti. Di Marek vanno sottolineate le doti di resistenza: è stato titolare sempre, sia in campionato che in Coppa, e neanche la stanchezza è riuscita ad appannarne le prestazioni nei momenti di maggiore stress sia fisico che emotivo. Ci vuole un fisico bestiale e infatti Hamsik è anche capitano di stile di vita. Dà l’esempio alla squadra. Innanzitutto, niente fumo e alcol. «Anche un bicchiere di vino può danneggiare cuore e muscoli», avverte il medico Alfonso de Nicola, a margine di uno dei tanti convegni sulla prevenzione. «Per chi non è un agonista, lo sport è consigliato tre volte a settimana. È importante rispettare i cicli e i ritmi dell’organismo: cenare e andare a letto presto, sempre stesso orario, dormire almeno otto ore di seguito. Sì anche alla pennichella, ma senza esagerare».

Milik, la maledizione del crociato

Come stordire le curve a suon di gol: è la specialità di Arek Milik che segna una doppietta già alla seconda di campionato, il 27 agosto 2016, contro il Milan. Se Paganini non concede il bis, Milik lo fa volentieri: è il 13 settembre quando decide la gara di Champions contro la Dinamo Kiev siglando altre due reti. Il fuoriclasse conquista il posto da titolare e la tifoseria e avrebbe probabilmente bruciato ogni record se non si fosse rotto prima il crociato sinistro e poi quello destro. Due incidenti diversi, non una ricaduta. Ma il polacco ha solo 22 anni: c’è tutto il tempo per dare il massimo. E la ripresa è piena. «Molte regole della riabilitazione sono cambiate», spiega Alfonso De Nicola, che oltre a guidare lo staff del Napoli è esperto del questo settore. «Per tornare in forma non ha tanta importanza stimolare la forza, il muscolo funziona semplicemente se viene utilizzato. Dà risultati anche guardare il movimento eseguito da altri, così si riattiva la memoria del gesti nel cervello, attraverso gli input registrati nel sistema nervoso centrale». Per questo motivo i giocatori fanno riabilitazione a bordo campo, a Castel Volturno. E, naturalmente, cicli regolari di fisioterapia: «Se fatta bene, è fondamentale anche per prevenire le ricadute»

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