Pelillo... nell'uovo - Nacchere e Tarantelle sulla Via del Mare...

23.09.2019
11:30
Redazione

La magica serata di coppa del San Paolo avrebbe potuto servire sul piatto d'argento il più classico dei tranelli. Affrontare una neo promossa, dopo la soddisfazione di aver battuto i campioni d'Europa, avrebbe potuto consegnare il peggior nemico, la sazietà, il calo di tensione, la presunzione. Il Napoli, invece, ha saputo voltare pagina evitando di sottovalutare l'avversario. Un poker servito agli uomini del promettente mister Liverani, nonostante il massiccio turnover messo in atto da Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo è sembrato vigile e attento ai bordi della panchina sin dai primi minuti. L'allenatore azzurro aveva l'aria di chi non si fidava troppo della maturità dei suoi ed ha fatto sentire la sua pressione sul campo. I partenopei, invece, dopo un inizio segnato da tanta imprecisione, forse dettata dalle numerose novità in campo, hanno saputo cambiare marcia ed imporre la superiorità tecnica. L'inedito modulo con Insigne e Milik a supporto di Llorente, per una sorta di albero di Natale di rossonera memoria, ha inizialmente disorientato la squadra, abituata al piú lineare 4-4-2 ed ad altri movimenti e posizioni. Fabian a destra non è sembrato proprio a suo agio con il continuo riporto del pallone sul sinistro, così come Zielinski al centro della mediana "a tre".

Tuttavia, la differenza tecnica in campo è stata tale da permettere ad Ancelotti di sperimentare e non solo ruotare gli uomini. È un Napoli più concreto con l'esperto Llorente in avanti. Lo spagnolo non brilla nella prestazione, ma si fa trovare ancora una volta al posto giusto. Esperienza e senso della posizione al servizio di una squadra che aveva il difetto di sprecare troppo sotto rete. Tre gol e un assist sono un biglietto da visita importante per lo spagnolo, ormai prepotentemente inserito nel contesto tecnico-tattico di Ancelotti. Nella terra della taranta emerge il suono allegro delle nacchere spagnole di un navarro, che sembrava esser venuto a tappare un buco. È stato bravo Ancelotti a convincere la società a superare quei criteri che non le consigliano di investire su un 34enne.

Bravo anche l'altro spagnolo in campo a mettere al sicuro il risultato con un sinistro dei suoi. Fabian ha sofferto l'inedita posizione destra sotto il profilo del gioco, ma ha saputo regalare una perla ai napoletani al seguito. A rompere le marcature iberiche il rigore "a due tempi" di Insigne. L'azzurro ha avuto la fortuna di aver trovato un arbitro fiscale che gli ha evitato la prevedibile pioggia di critiche per la prima conclusione. Se in attacco si alternano novità e conferme, l'uomo in più della retroguardia azzurra ha sempre lo stesso nome. Koulibaly cattura tutti i palloni che piombano dall'alto ed ha ripreso la costanza nel rendimento che ne fa un giocatore superiore alla media. Lecce e Liverpool non fanno differenza. È la mentalità vincente che fa di un grande calciatore, un vero campione... Vedremo...

Fonte : Marcello Pelillo per CalcioNapoli24.it
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