Cavalli di ritorno...

29.07.2015
14:00
Redazione

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Sepe, Izzo, Trotta,Maiello: storia di cavalli di ritorno o presunti tali. Questo poker di calciatori è cresciuto nel Napoli, ma il club di De Laurentiis ha deciso di liberarsene senza troppi problemi. Cominciamo da Luigi Sepe. L’estremo difensore di Torre del Greco ha rinnovato il contratto fino al 2019 con il Napoli, ma Giuntoli l’ha piazzato in prestito alla Fiorentina per puntare su Gabriel. Scelta discutibile sul piano tecnico. Perché si è voluto puntare su un portiere bravo ma non di tua proprietà per lasciarne uno in ascesa e più esperto?

La storia Armando Izzo la conosciamo tutti. Il Napoli l’ha perso per 10 mila euro, il ragazzo a Genova ha fatto una stagione importante dove ha confermato progressi di crescita. Il rimpianto è notevole, in primis di Armando che avrebbe voluto giocare con la maglia azzurra.

Storia analoga è quella di Raffaele Maiello. Il Napoli lo perde per 60 mila euro, una cifra davvero irrisoria. Il ragazzo, come ha confermato recentemente il direttore sportivo del Crotone, giocherà sicuramente in serie A in questa stagione. L’Empoli è la squadra più vicina a Maiello che potrebbe davvero esplodere in Toscana. Anche qui il Napoli ha dimostrato poca volontà nel voler trattenere il centrocampista. Era circolata anche la notizia di un riacquisto del Napoli dal Crotone. Se fosse vero, sarebbe un doppio autogol da parte degli azzurri.

Infine arriviamo a Marcello Trotta. L’Avellino ha confermato l’offerta ufficiale del Napoli per l’attaccante. Pensare che Marcello lasciò proprio il Napoli a 16 anni per andare al Manchester City. Anche qui il Napoli ha dimostrato debolezza. Un club forte tutela i suoi gioielli e non prova a riacquistarli ad un prezzo elevato per riportarli a casa. Ogni tanto invece di guardare altrove o all’estero, il Napoli farebbe bene a guardare in casa propria perché i cavalli di ritorno sono un’arma a doppio taglio. Questo poker di scugnizzi meritava più considerazione. Se pensiamo che è stato dato spazio a gente come Chavez, Bruno Uvini e Fideleff, la ferita brucia ancora di più.

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