De Laurentiis e lo spot 4-3-3: può un rivoluzionario fare un casting allenatore così integralista?

Dieci, venti, quaranta. Non è il terno secco sulla ruota di Napoli, anche se vi consigliamo di giocarlo, bensì il raddoppio sistematico che Aurelio De Laurentiis sta facendo ogni volta che gli chiedono il nome del nuovo allenatore. Magari nelle prossime uscite eleverà il numero anche ad ottanta e così via. Scherzi a parte, come abbiamo detto qualche giorno fa, De Laurentiis tra interpretazioni alla conte Raffaello Mascetti di "Amici Miei" ed amabili e logici depistaggi, ha già scelto l'allenatore ed attende, probabilmente, solo che maturino i tempi contrattuali. Per fare contenti tutti lancia date, l'ultima è il 27 giugno. Una sorta di contentino per chi ha l'ansia di avere il nome. Il presidente è sereno, non ha fretta, si diverte come un matto davanti alle telecamere perchè mister X è bello che fatto.

Nella conferenza stampa di presentazione del ritiro estivo di Castel di Sangro ha dato praticamente un paio di messaggi subliminali e non solo. Le dichiarazioni sullo 0-4 subito dal Milan in campionato sanno di frecciatina elegante a Spalletti così come la chiosa sul contratto di Giuntoli. De Laurentiis ha sempre ribadito che cerca un allenatore che fa il 4-3-3 omettendo però di sottolineare come in primis lui sia sempre stato restio all'integralismo tattico. A Benitez imputò la fedeltà eccessiva al 4-2-3-1 così come a Sarri che non ruotava mai la rosa a disposizione affidandosi al 4-3-3. Il presidente è troppo intelligente, sa che un allenatore moderno non si affida solo ad uno schema di gioco ma cerca di adattarlo alle caratteristiche della rosa. Sarebbe più corretto dunque si parlasse di 4-3-3 come punto di riferimento per poi 'derogare' su altro. De Laurentiis dunque si riscopre talebano del calcio? Sarebbe un paradosso per un rivoluzionario come lui si è sempre dichiarato. 

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